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Alto Adige

Aumento di spesa e redditi in Alto Adige, ma il piccolo commercio è in crisi

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Un recente dossier di Confesercenti illumina la situazione economica in Alto Adige, rivelando un incremento della spesa e dei redditi locali che, tuttavia, è messo a dura prova dall’inflazione. Il piccolo commercio sta affrontando una battaglia per la sopravvivenza, con un calo che porta alla “desertificazione” del settore.

Il report analizza i cambiamenti nei redditi, nell’occupazione e nella spesa delle famiglie italiane, puntando i riflettori sul Trentino Alto Adige dove la spesa media annuale delle famiglie si attesta a 38.592 euro, la più alta in Italia e ben sopra la media nazionale di 34.527 euro. Questi numeri si distaccano notevolmente dai 20.224 euro della Calabria, il valore più basso del Paese. L’incremento percentuale più marcato a livello nazionale è stato registrato proprio in questa regione con un +1,6%.

Elena Bonaldi, presidente di Confesercenti Alto Adige, ha osservato che il consumo sta crescendo, sebbene più lentamente di quanto sperato, e che l’aumento dei prezzi sta erodendo il potere d’acquisto dei cittadini. Ad esempio, sebbene la spesa per alimentari sia aumentata del 12%, in termini reali c’è stata una contrazione dell’8% a causa dell’inflazione.

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Interessante notare che il Trentino Alto Adige risulta essere la regione che spende meno per alimentari, ma che allo stesso tempo ha la spesa più alta per la moda, i mobili e gli articoli per la casa e, inevitabilmente, per l’abitazione. La percentuale della spesa sul reddito medio annuale è dell’84,5%, lasciando un margine di risparmio del 15,5%.

Per quanto riguarda i redditi, il dossier evidenzia un reddito medio annuo in Alto Adige di 47.332 euro, inferiore rispetto ai 51.352 euro del 2022, ma con un incremento del 5% rispetto al 2019. Bonaldi evidenzia che, nonostante la regione sia in una posizione di privilegio, non è immune dalla crisi che sta colpendo il commercio al dettaglio.

A livello nazionale, si registra un calo del 20% delle attività commerciali e del 21,7% nel settore della ristorazione dal 2019 al 2023, con una perdita di 56.000 attività. L’ascesa della grande distribuzione e dell’e-commerce, accelerata dalla pandemia, non ha trovato adeguate contromisure.

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Bonaldi invita le amministrazioni a tutti i livelli a intervenire per prevenire una desertificazione dei quartieri, suggerendo l’introduzione di una fiscalità favorevole per i negozi di vicinato e meno vantaggiosa per i giganti del web. Nonostante le sfide, si esprime fiducia nel fatto che misure concrete possano ancora fare la differenza.

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