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Oltradige e Bassa Atesina

Caporalato a Egna, scoperti dalla GdF 12 lavoratori stranieri in nero impiegati nel “porta a porta”

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Nell’ambito dei controlli di prevenzione e contrasto delle diverse forme di lavoro irregolare, le Fiamme Gialle di Egna hanno recentemente concluso un’indagine che ha portato alla luce un grave fenomeno di sfruttamento (c.d. “caporalato”) nei confronti di 82 lavoratori.

L’attività è partita dal monitoraggio di alcuni lavoratori, tutti stranieri, impiegati nella consegna di volantini pubblicitari “porta a porta” nella bassa atesina e in altre zone della provincia di Bolzano e di Trento. Per gli spostamenti e le consegne i lavoratori utilizzavano biciclette messe a disposizione dal datore di lavoro.

Gli accertamenti eseguiti hanno consentito d’individuare un’impresa individuale (con sede in provincia di Vicenza) che aveva reclutato un numero elevato di lavoratori di nazionalità pakistana e indiana.

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Il titolare della ditta aveva creato un sistema volto ad allargare il proprio giro d’affari mediante l’impiego irregolare di manodopera. I lavoratori, privi di mezzi di sussistenza alternativi, venivano reclutati, principalmente, nella zona di Trento e trasportati sui luoghi di lavoro, situati in tutto il Trentino Alto-Adige.

Gli addetti, in sella alle biciclette che venivano loro fornite, erano costretti a lavorare sotto continua sorveglianza, dato che seguivano dei percorsi di distribuzione prestabiliti e venivano monitorati tramite sistemi GPS.

I lavoratori, impiegati dalle 12 alle 15 ore al giorno (spesso anche durante i giorni festivi), percepivano un salario giornaliero tra i 30 e i 50 euro; agli stessi non venivano riconosciuti diritti fondamentali, quali la malattia retribuita, le ferie e i riposi settimanali.

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La Guardia di Finanza di Egna ha quindi denunciato un 38enne indiano residente in provincia di Vicenza, ritenuto responsabile del reato di sfruttamento del lavoro che prevede la pena della reclusione da uno a sei anni.

Nel caso specifico, essendo il numero di lavoratori sfruttati molto elevato, è previsto un significativo aumento di pena.

Per ragioni collegate alla competenza territoriale, l’inchiesta giudiziaria è stata successivamente radicata presso la Procura della Repubblica di Trento.

Al termine dell’attività investigativa, il Reparto ha provveduto ad avvertire gli uffici competenti dell’INPS e dell’INAIL di Bolzano per il recupero dei contributi previdenziali e assistenziali non versati (calcolati in base al C.C.N.L. applicato, alle qualifiche rivestite e alle mansioni accertate nel corso delle indagini), nonché per l’applicazione nei confronti del datore di lavoro delle previste sanzioni amministrative.

L’attività svolta dalla Guardia di Finanza di Egna, che fa seguito a un’analoga operazione portata a termine a maggio dello scorso anno, rientra tra le principali missioni istituzionali affidate al Corpo, quella del contrasto al cosiddetto “sommerso da lavoro”, vale a dire ogni forma di lavoro irregolare.

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