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Politica

Codice di condotta Svp, gelo dalla Lega. Bessone: “Consulta con Calderoli”

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E’ soprattutto sulle condizioni della stretta aderenza ai valori europei che le perplessità da parte della Lega si fanno significative.

Salvini, in una diretta Facebook con Gruber e Floris, parla di valori scontati, quelli posti dalla Volkspartei nell’ormai famoso codice di condotta posto a condizione imprescindibile per la composizione della maggioranza di governo, “come se noi fossimo razzisti o non condividessimo l’autonomia”, ha puntualizzato il Matteo nazionale.

Ma sull’UE  Bessone ha già anticipato “dobbiamo consultarci con Calderoli. Ora saranno loro ad aspettare un po’ (almeno una settimana, il tempo necessario per le consultazioni interne alla Lega ndr) e poi saremo in grado di dare una risposta”.

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A Milano non l’hanno presa bene, ma non lo danno troppo a vedere. Salvini è un diplomatico e sa che c’è del grande lavoro da fare se il Carroccio vuole aspirare all’entrata nel governo provinciale, ma soprattutto se intende resistere in permanenza per un quinquennio (che non sia apnea) a palazzo Widmann.

Eppure la Volkspartei la sua scelta, pur se con riserva, l’ha fatta. Per la formazione della nuova giunta, e su precisa insistenza di Kompatscher e Achammer, tanto da entrare in conflitto con la base del partito, la larga maggioranza ha prediletto la Lega. Salvo porre successivamente limitazioni castranti e inutili paletti divisori, che è un po’ come decidere di sposare qualcuno per poi destinarsi a dormire in letti separati.

Convivenza pacifica, autonomia speciale ed Europa. La listarella del precontratto, all’apparenza banale, nasconde insidie che l’occhio esperto di Calderoli non si è fatto sfuggire.

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Kompatscher, dal canto suo, è inamovibile. O si firma o si torna alla vecchia opzione di governo con Pd ed eventuale estensione ai Verdi.  Come dire che se il nuovo compagno non si dimostra all’altezza si torna a preferire l’ex, perché da soli non si è in grado di stare. Cosa che in effetti, nel caso della Stella alpina, per questione di numeri non è politicamente possibile.

Il parlamentino del partito di raccolta aspetterà molto di più della canonica settimana annunciata da Bessone il quale alla fine, dopo un’iniziale finto entusiasmo, ha confermato le forti perplessità da parte dei piani alti della Lega.

Qualcosa non era riuscito a trattenere (“avremmo preferito firmare un insieme di punti su un programma congiunto di cinque anni con la firma di un pacchetto completo – così Bessone – . Ora vedremo come procedere”). Adesso la palla è nelle mani dei vertici meneghini.

Nel frattempo Kompatscher ha incontrato Salvini al Viminale per parlare della gestione dei profughi dopo il decreto sicurezza (“il decreto sicurezza porterà ad avere ancora più richiedenti asilo costretti a vivere per strada, con le conseguenze che si possono immaginare“), ma anche dell’eventuale alleanza che tra Svp e Lega, che resterà circoscritta alla provincia di Bolzano, con l’esclusione ancora più netta di una candidatura congiunta alle Europee, per le quali la Svp, aderente ai valori del PPE, sta già meditando di correre con Forza Italia.

 

 

 

 

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