Italia & Estero
Dall’indifferenza all’autocritica: la Giornata del Ricordo come monito storico
Istituita tardivamente dopo decenni di silenzio ed imbarazzo nel 2004 dal governo Berlusconi II a ricordo e memoria delle migliaia di giuliani, istriani e dalmati abbandonati alla violenza titina ed all’orrore delle foibe, ha però prodotto a mio dire una perdurante ed ostinata indifferenza, anzi un pieno fastidio nel ricordare quella immensa tragedia, acuito da decenni di negazionismo ed oggi da un inaccettabile tentativo di revisionismo.
Sono però incontestabili le violenze rosse sulla popolazione civile innocente – come sempre capita nei conflitti, si dirà- ma quello che fu inescusabile è stato l’atteggiamento ostile in “madre patria” Italia verso i profughi istriani, che furono trattati, in particolare dalla sinistra togliattiana, ingiustamente, tacciati di fascismo ed ai quali fu negata ogni basilare forma di solidarietà ed aiuto materiale.
La foto in evidenza ritrae una delle migliaia di esuli istriani scappati all’ orrore delle foibe ed è divenuta un simbolo di quella tragedia: la bambina con la valigia. Si chiama Egea Haffner e vive nel nostro Trentino, a Rovereto.
Negare o, peggio, minimizzare o giustificare oggi l’orrore delle foibe e la tragedia della transumanza coatta degli istriani, significa privare gli italiani della sua memoria storica e, dunque, un popolo che non ha autocritica e non rivede storiograficamente il proprio passato, capendone gli errori, non solo non ha civiltà, ma non ha un futuro di libertà, essendo legato mani e piedi alla faziosità ed all’ ingiustizia, che ad altro non portano, che ad ulteriore odio e divisione, cosa questa del tutto evidente nel nostro presente.
Chi scrive vuole pensare invece che questa Giornata appartenga a tutti gli Italiani e non si limiti ad una mera apposizione di corone sui monumenti e discorsi di circostanza, ma costituisca un’occasione anche per una revisione critica storiografica e politica della posizione ambigua dell’ allora governo post bellico di ”unità nazionale” che nel 1946 ha abbandonato di fatto gli istriani-dalmati alla violenza titina ed all’esodo, negando loro la possibilità di esprimere tramite plebiscito la loro permanenza dapprima nell’ orbita occidentale (zona A- Trieste) e dunque nell’ Italia, temendo che analogo plebiscito venisse rivendicato dalle popolazioni tedesche dell’ Alto Adige.
Anno questo tragico non solo per gli istriani, ma anche per i giuliani, dato che fu impedito ad una intera regione – il Friuli Venezia Giulia – di votare al referendum istituzionale del 02 giugno 1946.
La Giornata del Ricordo è anche ricordare quegli errori e farne autocritica.
A cura di Stefano Sforzellini
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