Politica
Diritto d’autore comune per le minoranze, Svp: “Rimozione geoblocco per prodotti online con copyright”
La consigliera provinciale della Svp Magdalena Amhof ha presentato una mozione, poi accolta, per chiedere l’accesso transfrontaliero a opere protette dal diritto d’autore come libri elettronici, musica, giochi, software e servizi di streaming.
Questo per facilitare alle minoranze linguistiche l’accesso a contenuti mediatici con copyright nella loro lingua madre, pur vivendo in un Paese la cui lingua prevalente ne impedisce, per legge, la fruizione.
Nel febbraio scorso il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sulle misure contro il ‘geoblocco‘, ovvero la restrizione di acquisto imposta dai siti online in base alla nazionalità, al luogo di residenza o alla residenza temporanea.
Il nuovo regolamento è in vigore dal dicembre 2018: in base alle nuove norme, i commercianti dell’UE dovranno fornire ai consumatori di tutta Europa l’accesso a beni e servizi a parità di condizioni, indipendentemente da dove si recano sul web.
Tuttavia, i contenuti protetti da copyright sono per il momento esclusi da questa normativa e il Parlamento europeo ha obbligato la Commissione europea ad esaminare entro due anni se il divieto di geoblocking debba essere esteso anche a contenuti digitali protetti da copyright come per l’appunto libri elettronici, musica o giochi online.
Nella mozione presentata da Magdalena Amhof, il Landtag chiede ora al governo italiano di adoperarsi affinché anche questo contenuto sia incluso nel regolamento e sia creata una legge europea uniforme sul diritto d’autore a lungo termine, come previsto dall’iniziativa Minority Safe Pack Initiative.
L’iter di concessione delle licenze per i contenuti dei media all’interno dell’Unione è molto complesso e impedisce infatti ai membri delle minoranze nazionali di utilizzare i servizi esistenti nel paese nel quale viene utilizzata la loro madrelingua.
“Una legge europea unica sul diritto d’autore potrebbe rendere l’intera Unione un mercato unico. Ciò faciliterebbe soprattutto alle minoranze nazionali l’accesso ai contenuti mediatici della loro area culturale e nella loro lingua. Potremmo, ad esempio, guardare le gare di sci qui in Alto Adige o la Champions League in diretta sul computer o sul cellulare“, spiega Amhof.
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