Europa: 80 mila posti di lavoro a rischio

E se in Europa sono a rischio 80mila posti di lavoro, l’Italia non può che temere le ripercussioni negative che ne scaturirebbero.

La crisi dell’auto e dell’indotto a livello europeo vale 50mila esuberi; il colosso delle batterie Northvolt è a rischio fallimento e in un quadro generale per nulla confortante è stato promosso un incontro tra i rappresentanti industriali italiani, francesi e tedeschi.

Quella dell’auto è una crisi voluta dal momento che sono stati dirottati gli investimenti del settore tradizionale a favore della transizione ecologica che però a livello di mercato, segna il passo.

I consumi languono, il quadro geopolitico non è rassicurante, ma dall’Europa non  arriva nessun segnale che si dimostra così sempre più lontana dall’economia reale.

La Bosch, leader mondiale nella produzione di attrezzature per autoveicoli, parla di tagliare 5500 nuovi posti di lavoro a livello mondiale.

La causa? Il ristagno della produzione di veicoli; la Ford taglierà 4mila posti di lavoro entro il 2027 specialmente in Germania e Inghilterra. Il colpo di grazia per la svedese Northvolt è arrivato dallo storno di un ordine di 2 miliardi di euro da parte della Bmw.

Ma la crisi non è solo nel settore automobilistico. In Germania il noto marchio di costruzioni di case in legno, Ziegler ha concluso una storia durata 75 anni con un fallimento. La conseguenza sono stati 3200 disoccupati tra Germania, Svezia e Romania.

Non certo in salute nemmeno il settore bancario, La svedese Dnb ha annunciato il taglio di 500 posti di lavoro; l’istituto Santander ha annunciato il taglio di 1400 dipendenti per sede britannica.

2 Mila i posti a rischio nella grande distribuzione per il gruppo francese Auchan. Il Forum Trilaterale si è concluso con molte dichiarazioni d’intenti, ma con poca concretezza. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini: “Per poter avere un mercato del capitale, serve essere attrattivi”.