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“Huawei Gate”: sospetta corruzione al Parlamento Europeo

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La giustizia belga ha recentemente condotto un’ampia operazione anticorruzione, denominata “Génération”.

Questa, riportano l’ansa e numerose testate internazionali, ha portato al fermo di sette lobbisti legati a Huawei, sospettati di aver influenzato eurodeputati ed ex eurodeputati con tangenti, regali e finanziamenti mascherati da presunta attività di lobbying.

L’indagine, avviata con perquisizioni in Belgio, Francia e Portogallo, ha portato al sequestro di documenti e dispositivi elettronici, coinvolgendo anche uffici del Parlamento europeo a Bruxelles, legati ad assistenti parlamentari di Forza Italia e Democratic Bulgaria.



Le autorità belghe riaccendono l’attenzione sulla politica europea con un’indagine che riecheggia il Qatargate, portando alla luce sospetti di corruzione, falsificazione di documenti, riciclaggio di denaro e attività criminali organizzate.

Al centro dell’inchiesta – tra le varie figure cardine – vi è il lobbista italo-belga Valerio Ottati (ex assistente parlamentare e ora direttore degli affari pubblici di Huawei con l’UE), accusato di aver orchestrato una rete di influenze per favorire Huawei nelle decisioni dell’UE, nel contesto delle tensioni con Washington.

Secondo la procura federale belga, dal 2021 sarebbe stata condotta un’attività di corruzione mascherata da lobbying, con trasferimenti di denaro per coprire spese di eventi, alloggi, regali di valore e inviti a partite di calcio.

Huawei ha negato ogni illecito – dichiarando di voler collaborare con le autorità belghe e riaffermando la sua politica di “tolleranza zero” verso la corruzione – ed ha chiesto chiarimenti alla giustizia belga, mentre le forze politiche coinvolte hanno dichiarato piena collaborazione.

Per quanto riguarda i sette fermati, sarà il giudice istruttore a decidere se convalidare o meno i fermi.

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