Italia & Estero
Il coraggio di Bianca Balti: perchè i tumori colpiscono sempre di più i giovani

Una volta il mostro nella maggior parte dei casi spuntava fuori solo dopo che si spegnevano le candeline del cinquantesimo compleanno. Ma oggi il cancro ha deciso di ringiovanire, e sta mietendo vittime sempre più giovani, considerando che i cinquantenni di oggi sono ormai annoverati tra gli adulti giovani.
Gli scienziati stanno cercando di capire il perché, ed emblematico è il caso del dottor Frank Frizelle, chirurgo colorettale in Nuova Zelanda che 2014, si trovò a curare una giovane donna con un tumore all’intestino. Ma la sorpresa arrivò quando la sua migliore amica, durante una visita, rivelò di avere gli stessi sintomi. Un caso isolato? Non proprio.
Frizelle, da buon uomo di scienza, si mise a scavare nei dati sanitari e scoprì che il cancro del colon-retto tra i giovani neozelandesi era in crescita. Non solo, con un incrocio di dati scoprì che la malattia non colpiva solo i giovani della Nuova Zelanda, ma da sue ricerche anche in Svezia e Scozia (forse per l’attendibilità e fruibilità dei dati) ma presto si scoprì che l’aumento di tumori tra i giovani si era diffuso in tutto il mondo.
Le diagnosi di tumori ad esordio precoce (ovvero sotto i 50 anni) dal 1990 al 2019 sono aumentate del 79%. E il fenomeno non si ferma all’intestino ma in tutti i tipi di tumori i giovani sono sempre più presi di mira, qualsiasi sia la loro condizione sociale, pensate a Kate Middleton.
Pur rimanendo una malattia che colpisce prevalentemente gli anziani over 65, i tumori precoci sembrano avanzare inesorabilmente. Nei soli Stati Uniti, riporta il Time, su 17 donne testate una di loro rischia di avere diagnosi tumorale prima dei cinquant’anni, un uomo su 29.
Gli esperti hanno evidenziato tutto un elenco di possibili colpevoli: cibo ultra-processato, obesità, microplastiche, batteri intestinali mutanti, esposizione continua alla luce artificiale, l’inquinamento, senza dimenticare gli antibiotici, che secondo alcune teorie da confermare potrebbero aver fatto più danni di una dieta unicamente a base di hamburger e patatine. Ma sono tutte ipotesi, e la ricerca vera dura anni, mediamente quaranta per certe forme tumorali.
Tornando al dottor Frizelle, da grande esperto di tumori al colon-retto ha teorizzato una possibile correlazione di più fattori che possono scatenarlo, come una combinazione di microplastiche, cibi processati e alcuni batteri intestinali. Ma i classici fattori di rischio non sembrano spiegare a sufficienza l’aumento delle diagnosi tra i giovani.
La logica che le abitudini malsane siano direttamente collegate con l’insorgenza dei tumori si accompagna sempre più spesso a casi di persone in perfetta salute, vegetariani, atleti, maratoneti, che finiscono con una diagnosi di tumore come se avessero passato la vita a fumare e bere smodatamente tutti i giorni. Vero è che l’accuratezza delle diagnosi e gli screening su larga scala hanno permesso l’aumento degli accertamenti pretumorali, ma la preoccupazione cresce di pari passo con la ricerca.
Il dottor Ogino, scienziato di Boston, utilizza anche i dati di una ricerca partita nel 1976, e sta analizzando campioni di tumore per scoprire se questi giovani pazienti hanno qualcosa in comune. Tra i sofisticati metodi di analisi con l’intelligenza artificiale uno di questi prevede di colorare le cellule tumorali per marcarle e trovare connessioni prima invisibili. Un altro scienziato, George Barreto, ipotizza che il danno possa iniziare nel grembo materno, soprattutto a causa di determinati influssi ambientali.
In sostanza sembra stiano cambiando sia il clima che l’età tumorale.
La ricerca scientifica fortunatamente sta progredendo spedita, e ogni tanto arriva qualche buona notizia dovuta a terapie che funzionano. E l’AI sta facendo fare passi da gigante alla Medicina. Una luce in fondo al tunnel, ma siamo ancora lontani dal capire come fermare l’epidemia di tumori precoci.
Nel frattempo, l’unica cosa certa è che sempre più giovani si trovano a combattere un male che fino a poco tempo fa era riservato prevalentemente alla terza età. E se la ricerca non avanza il futuro ci riserva un mondo dove il cancro rischia di diventare un’esperienza adolescenziale, come l’acne o il primo amore. Forse dovremmo iniziare a preoccuparci sul serio, Bianca Balti insegna.
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