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Lago di Caldaro, Robin lancia la sfida: “basta concessioni opache, il lago è di tutti”

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Una diffida formale alla Provincia di Bolzano e al Comune di Caldaro: è questo il passo deciso compiuto dall’associazione dei consumatori Robin aps il 25 giugno 2025, con l’obiettivo di ripristinare la legalità e la trasparenza nella gestione delle concessioni pubbliche sul Lago di Caldaro. Nella diffida inviata via PEC al presidente Arno Kompatscher e al sindaco Christoph Pillon, l’associazione chiede l’indizione immediata di bandi pubblici per l’assegnazione dei pontili, attualmente concessi senza gara.

Il nodo centrale della questione è il mancato rispetto dell’articolo 12 della Direttiva 2006/123/CE, nota come Direttiva Bolkestein, che impone regole chiare e competitive per l’assegnazione di beni pubblici. Secondo Robin, le concessioni lacuali – in particolare quelle relative a pontili e ormeggi – sono state rinnovate o mantenute senza alcuna forma di evidenza pubblica, in violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento amministrativo sanciti dall’articolo 97 della Costituzione italiana.

“Il Lago di Caldaro è un bene pubblico. L’accesso libero e gratuito per la collettività non è solo un diritto civile, ma un obbligo giuridico non più rinviabile”, afferma l’associazione, che ha affidato il mandato legale a un pool di avvocati del Foro di Roma: il professor Massimo Cerniglia, l’avvocato Alessandro Caponi e l’avvocato Marco Saverio Montanari.



Non si tratta solo di una battaglia legale, ma anche di una mobilitazione civile. Robin ha infatti raccolto oltre 7.200 firme per sostenere la campagna e ha avviato una raccolta fondi per finanziare le spese legali, che ammontano a circa 30.000 euro. Il fondo servirà a coprire costi necessari per un eventuale ricorso al TAR, qualora le autorità non rispondano entro 30 giorni dalla notifica della diffida.

“Non è accettabile che un bene pubblico come il Lago di Caldaro venga di fatto trattato come proprietà privata, riservato solo a chi può pagare”, ha dichiarato Walther Andreaus, direttore di Robin. La situazione attuale, secondo l’associazione, rappresenta un abuso del demanio pubblico, e a nulla sono valsi finora i richiami della Commissione Europea e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che hanno già evidenziato la necessità di un adeguamento normativo.

Robin non intende arretrare. Se le istituzioni non agiranno, l’associazione è pronta a far valere davanti al giudice amministrativo il principio che i beni pubblici devono rimanere tali, accessibili a tutti, senza favoritismi o scorciatoie. Chi volesse sostenere la causa può farlo tramite il sito ufficiale dell’associazione: 👉 www.robinreport.it/it/donare

Nessuna proroga automatica, nessun privilegio: solo trasparenza, legalità, e il diritto di ogni cittadino a godere del proprio patrimonio comune.

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