L’altra faccia dell’emergenza, AIDAA: “2000 cani abbandonati con la scusa del Coronavirus”

Con l’emergenza Coronavirus non c’è solamente il rischio di aumento delle richieste di divorzio, ma anche della tendenza all’abbandono degli amici animali.

Con l’istituzionalizzarsi del pericolo concreto di una pandemia e la dichiarazione governativa dell’Italia come zona rossa, anche il numero dei cani e di altri animali abbandonati avrebbe raggiunto cifre altissime.

Come abbiamo riportato in un articolo di qualche settimana fa, esistono delle forme di Coronavirus che possono attaccare cani e gatti, ma che non sono pericolosi per l’uomo (leggi “Coronavirus e animali da compagnia, qual è il rischio?“).

Ad ogni modo, tra chi aveva intenzione di sbarazzarsi prima del proprio animale domestico e non sapeva quali scusanti usare e chi nel panico generale si è convinto che gli animali possano essere contagiati e trasmettere la malattia agli esseri umani, il fenomeno in questo periodo ha conosciuto una notevole, triste impennata.

Secondo quanto riportato dall’AIDAA (associazione italiana difesa animali ed ambiente) in un comunicato datato 9 marzo 2020, “ora anche il coronavirus diventa motivo di abbandono di cani ed altri animali, nei cento canili monitorati dall’associazione italiana difesa animali ed ambiente, dal 20 febbraio a ieri domenica 8 marzo sono entrati nei canili quasi duemila cani in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con una media di oltre cento cani al giorno e in quasi tutti i casi chi ha portato i cani in canile ha sostenuto di non poterli piu gestire a causa del coronavirus o comunque per motivi di malattia, non dei cani ma dei proprietari.

Il dato complessivo sull’abbandono in questi primi giorni è incrementato di circa 30 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Passando da 7.000 a circa 9.000 nuove entrate in canile in venti giorni“.