Italia & Estero
L’Europa Lancia il “Clean Industrial Deal”: 100 Miliardi per Rilanciare l’Industria

A Bruxelles, la Commissione europea ha svelato oggi il “Clean Industrial Deal”, il primo Piano industriale europeo pensato per rafforzare la competitività del continente e ridurre il divario di produttività e innovazione con Stati Uniti e Cina. Il piano, ambizioso e strutturato, punta a delineare una nuova architettura normativa su cui costruire misure di sostegno all’industria, senza rinunciare agli obiettivi climatici dell’Unione Europea.
Tra le iniziative principali spiccano il supporto alla decarbonizzazione dei settori più energivori – come acciaio, cemento e chimica – e l’incremento della produzione di tecnologie pulite all’interno del continente. Inoltre, il piano prevede una riforma del mercato elettrico, con l’obiettivo di garantire che le energie rinnovabili contribuiscano concretamente alla riduzione dei costi dell’energia per imprese e famiglie.
Dopo mesi di crisi e una crescente pressione competitiva da parte dei paesi extraeuropei, l’UE si sposta finalmente sul fronte della produzione, puntando a rilanciare il settore manifatturiero. Un segnale forte e atteso da tempo, come sottolinea l’europarlamentare del Partito Democratico, Elisabetta Gualmini, che ha accolto con favore questo nuovo approccio.
“Finalmente un approccio pragmatico e concreto, capace di garantire competitività e crescita in Europa, mantenendo gli obiettivi green ma con maggiore realismo e meno ideologia”, ha dichiarato Gualmini. Oltre 100 miliardi di euro e misure di semplificazione entro giugno rappresentano un cambio di passo significativo.
Nel suo intervento, l’europarlamentare ha criticato le divisioni del passato tra chi sosteneva un ambientalismo rigido e chi, invece, privilegiava un’industria senza vincoli. “Rilancio dell’industria e lotta ai cambiamenti climatici sono due facce della stessa medaglia: se crescita e sostenibilità non vanno di pari passo, a pagarne il prezzo saranno imprese e lavoratori”.
Secondo Gualmini, è fondamentale evitare un eccesso di regolamentazione che rischierebbe di penalizzare le imprese europee, soprattutto quelle ad alta intensità energetica. “Questo Piano assicura un cambio di direzione, senza cadere nel negazionismo populista né nell’ambientalismo utopico, ma costruendo un’alleanza con il settore industriale per affrontare questa fase storica”.
Ora la sfida sarà quella di trasformare questi fondi in azioni concrete, attraverso un dialogo costruttivo con il mondo industriale e i lavoratori. “Dobbiamo parlare di crescita e sviluppo se vogliamo redistribuire. Dobbiamo allearci con il mondo delle imprese e con i lavoratori”, ha concluso Gualmini.
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