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Italia ed estero

Nadia Toffa è morta. L’annuncio commovente delle Iene su Twitter

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Sono Le Iene a comunicare su Twitter la morte di Nadia Toffa. Aveva 40 anni e da tempo lottava contro il cancro.

«Niente per noi sarà più come prima, ciao Nadia». Con queste poche parole affidate al social, la redazione della  trasmissione di Italia 1 ha dato la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere.

Da tempo la giovane inviata de Le Iene lottava contro il cancro. Sui social network da un mese non c’erano più notizie.

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Dignità, molta tenacia e sempre un sorriso. Con tutto ciò aveva deciso di proseguire la lotta con la sua malattia, nonostante gli indegni anticipi sulla sua morte diffusi via social addirittura due anni prima, agli albori del malessere avvenuto il 2 dicembre 2017 durante un servizio a Trieste che ha comportato un suo momentaneo allontanamento dalla vita lavorativa.

Con grande onestà e senza perdere mai la voglia di comunicare con le persone la conduttrice aveva deciso di condividere con chi la seguiva questo capitolo molto complesso della sua vita.

Era dovuta poi proprio al tumore la pubblica rivelazione dell’11 febbraio 2018, durante il ritorno alla conduzione del programma televisivo.

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Il fatto di non essere ancora uscita dal tunnel della malattia fu ufficializzato solo nell’ottobre del 2018.

Nadia Toffa era nata a Brescia il 10 giugno 1979. Ora l’Italia intera piange una delle sue più affezionate, curiose e agguerrite conduttrici e avventuriere del giornalismo d’inchiesta.

Ancora il saluto degli amici e dei colleghi della trasmissione: “Il destino, il karma, la sorte, la sfiga ha deciso di colpire proprio te, la NOSTRA Toffa, la più tosta di tutti, mentre qualcuno non credeva alla tua lotta, noi restavamo in silenzio e tu sorridevi”.

“Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta… il cancro, che fino a poco tempo fa tutti chiamavano timidamente “IL male incurabile” e che, anche grazie alla tua battaglia, adesso ha un nome proprio”.

“Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, – dicevi – che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”.

“E dato che sei stata in grado di perdonare l’imperdonabile, cara Nadia, non ci resta che sperare con tutto il cuore che tu sia riuscita a perdonare anche noi, che non siamo stati in grado di aiutarti quanto avremmo voluto”.

“Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare ad essere quelli di sempre.  Niente per noi sarà più come prima”.

Toffa aveva iniziato a lavorare per la televisione all’età di 23 anni su Telesanterno, un’emittente televisiva locale.  

Prima di iniziare il suo percorso con Le Iene, ha lavorato per quattro anni per Retebrescia. Nel 2009 diventa un’inviata del programma televisivo Le Iene, registrando numerosi servizi.

Tra i più celebri vi sono quelli su presunte truffe compiute da farmacie ai danni del servizio sanitario nazionale (durata tre mesi, dove finisce a processo insieme ad altri per presunta diffamazione), sulla proliferazione delle sale slot machine, sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania per mano della camorra, sul crescente tasso di tumori nel “triangolo della morte” tra Napoli e Caserta e sulla “terra dei veleni” a Crotone.

Il 2 aprile 2014 è uscito il suo libro Quando il gioco si fa duro sul fenomeno dell’azzardopatia in Italia. Il 15 aprile 2015 ha vinto il primo premio nella sezione TV del Premio Internazionale Ischia di Giornalismo.

Nell’autunno 2015 debutta alla conduzione con il talk show di Italia 1 Open Space, ideato dai produttori delle Iene, andato in onda in prima serata per quattro puntate. Inoltre dal 2016 affianca Pif e Geppi Cucciari alla conduzione di Le Iene, nella puntata infrasettimanale.

Nell’autunno del 2016 torna alla conduzione del programma Le Iene, affiancando nella puntata infrasettimanale Matteo Viviani, Andrea Agresti, Paolo Calabresi e Giulio Golia.

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