Bolzano
Organoidi su chip: la medicina del futuro prende forma nei laboratori di Eurac Research
La rivoluzione silenziosa di questi giorni all’interno dei laboratori di Bolzano, potrebbe cambiare radicalmente il modo d’affrontare le malattie, tanto da comprenderle a fondo fin dalle origini molecolari.
Questo per dire che potrebbe sembrare fantascienza, invece parlare di organoidi è realtà.
Nel dettaglio, sono repliche di organi umani grandi quanto una capocchia di spillo, minuscole quindi, ma dal potenziale scientifico enorme, perché riescono a replicare comportamenti e reazioni fisiologiche di organi reali.
Coltivati a partire da cellule staminali, stanno prendendo vita nei laboratori dell’Istituto di biomedicina di Eurac Research e rappresentano una delle frontiere più promettenti nel settore della ricerca biomedica.
Cogliendo quanto è stato divulgato da diversi media locali, oltre che nella tecnica, la novità sarebbe soprattutto nell’approccio. Gli organoidi verrebbero inseriti su microchip di nuova generazione, vale a dire piattaforme sperimentali in grado di combinare ingegneria tissutale e microtecnologia.
Questi chip consentirebbero poi ai ricercatori di controllare l’ambiente attorno alle cellule, di monitorarne l’attività elettrica e di simulare condizioni patologiche in modo altamente realistico.
Un decisivo passo avanti, appunto, nella comprensione dei meccanismi alla base di molte malattie, come per testare trattamenti e farmaci con una precisione mai raggiunta prima.
Alla guida dei lavori c’è un team di scienziati e scienziate, impegnati nello sviluppo di modelli avanzati per lo studio di patologie complesse.
“Con gli organoidi cerebrali, ad esempio, siamo in grado di analizzare nel dettaglio malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, focalizzandoci sui meccanismi molecolari che la determinano – spiega all’Ansa Francesca Pischedda, ricercatrice dell’Istituto –. Questo ci consente di testare nuove terapie in modo più etico ed efficace.”
In Alto Adige la sperimentazione animale si sa da tempo che non è consentita, in questo senso il progetto ha un ulteriore tratto distintivo. Sono anni che Eurac Research si impegna nello sviluppo di metodi alternativi basati sull’utilizzo di cellule staminali pluripotenti indotte e adesso sugli organoidi.
Una scelta che riflette un’etica della ricerca attenta alla sostenibilità e alla prevenzione, oltre che alla qualità dei risultati scientifici.
“Oltre al cervello, stiamo lavorando anche su organoidi del cuore e del midollo spinale – aggiunge il ricercatore Paolo Cesare –. La possibilità di studiare questi tessuti umani, in un contesto controllato e realistico, apre scenari completamente nuovi per la medicina personalizzata e predittiva.”
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