Valle Isarco
Palestra di roccia, nuove vie grazie agli Alpini
Sta diventando una, anzi “la” palestra di roccia più amata della provincia. Sia per la varietà delle sue vie, sia per essere adatta ai grandi, ma anche ai bambini che la frequentano numerosi al seguito dei vari gruppi del Cai della provincia, dell’Avs e delle diversissime offerte estive di educatori, esperti del settore.
È la palestra di roccia prospiciente al forte di Fortezza, Forte Alto per la precisione, che oltre al granito offre anche un’ampia area di sosta e intrattenimento. Solo un passante distratto però, può non sapere che dietro, in linea retta, superando una scalinata realizzata dal Cai di Fortezza, raggiungibile comunque anche da sud per una strada semisterrata, si apre un grande anfiteatro roccioso sul quale da tempo si aprono due vie (facili, intorno al 4. grado) e nelle intenzioni della dirigenza Cai del paese vi era quella di ripulire il resto per farne diverse vie.
Va detto che la palestra “open air” è frequentata non solo da privati cittadini e gruppi, ma anche dai militari (alpini, Alpenjäger austriaci e germanici da Garmisch Partenkirchen, che vi affinano grazie a propri istruttori, le tecniche di arrampicata e di soccorso. Ebbene, stante la parete rocciosa “scoperta” da Giorgio Fontana, maestro di sci e membro del Soccorso alpino, fortezzino da sempre, agli inizi del nuovo millennio e realizzata “in casa” con l’aiuto di amici e guide professioniste per i collaudi di rito, per quella retrostante, l’anfiteatro, dove nel 2018 anche il “jazz festival” fece tappa, le operazioni di pulizia e disgaggio se l’è accollate il 5. Reggimento alpini di Vipiteno.
Questi “alpieri” (si chiameranno ancora così?) sono di casa sui graniti fortezzini e ci vengono sia per le esercitazioni di rito, quelle ufficiali, che prevedono anche prove di caduta e recupero, che privatamente. Per tenersi in allenamento. Ebbene, con nella mente e nel cuore un commilitone caduto e deceduto in falesia qualche mese fa a cui la nuova parte sarà dedicata, hanno iniziato da un paio di settimane il lavoro.
Difficile per la natura del terreno, per la quantità di materiale da asportare, per le complicazioni, non ultima la garanzia di sicurezza che le pareti dovranno offrire. Si procederà, stando alle stime, almeno ancora per tre settimane.
Poi, seguirà la tracciatura delle vie e la chiodatura. Ancora una volta, Cai e Alpini lavorano per la gente. Gratuitamente. Per dare la possibilità a tutti di avvicinarsi allo sport dell’arrampicata. E gratuitamente!
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