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Economia e Finanza

Pressione fiscale ai massimi dal 2015. Cna: “Artigiani e imprese tassati al 60 per cento”

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La pressione fiscale schizza ai massimi dal 2015. Nei primi nove mesi dell’anno appena trascorso, infatti, è salita dello 0,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018 arrivando al 39,2 per cento del prodotto lordo.

Lo evidenzia CNA Trentino Alto Adige Politiche Fiscali, riprendendo i dati diffusi dall’Istat.

Nel rapporto dell’Istituto di statistica – spiega la CNA regionaleemerge inoltre che tra gennaio e settembre del 2019 il deficit pubblico in rapporto al Pil si è attestato al 3,2 per cento, in calo rispetto al 3,4 per cento registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.

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Positivo in particolare il calo di quasi 900 milioni della spesa di interessi sul debito. Non brilla, invece, la riduzione del saldo primario delle amministrazioni pubbliche, vale a dire l’indebitamento al netto degli interessi passivi, dall’1,9 all’1,6 per cento”.

Passando dai conti pubblici ai conti privati una notizia soddisfacente arriva sul fronte dei consumi. Nel terzo trimestre (luglio-settembre) del 2019 finalmente hanno innescato la quinta crescendo dello 0,4 per cento sul trimestre precedente (aprile-giugno), più del reddito disponibile, aumentato dello 0,3 per cento.

Un segnale, per quanto limitato, in contrasto con la stasi dei consumi che penalizza la crescita da anni, rileva CNA.

CNA regionale si aspettava di più dalla legge di bilancio statale recentemente approvata dal Parlamento: “Evitare l’aumento dell’Iva era fondamentale per non far scivolare il Paese in una nuova recessione – commenta Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige – ma ha assorbito circa l’80% della manovra lasciando solo risorse molto modeste a favore dello sviluppo bilanciate da nuove imposte. Per il 2021 le clausole di salvaguardia ammonteranno a 20 miliardi.

È necessario iniziare da subito a ragionare su come eliminarle e definire un percorso di progressiva riduzione della tassazione su artigiani e impreseOggi il total tax rate sfiora il 60%. È insostenibile, come il moloch della burocrazia. Al riguardo è indispensabile un cambio di passo: i fatti raccontano di 11 riforme della pubblica amministrazione in 20 anni.

La realtà è che per aprire una attività semplice come una pizzeria occorrono fino a 76 adempimenti.  

Una burocrazia eccessiva e complessa e l’incertezza normativa sono il principale ostacolo agli investimenti nazionali ed esteri. Ma soprattutto scoraggiano i nostri imprenditori, micro, piccoli e medi, che combattono contro agguerriti competitor internazionali ed hanno bisogno di norme semplici e chiare e imposte ragionevoli”.

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