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Benessere e Salute

Prodotti senza glutine: vergognosa la differenza di contributo mensile fra uomini e donne

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Il CTCU di Bolzano esprime dubbi e perplessità in merito ai provvedimenti di legge adottati recentemente dalla giunta provinciale e dal Ministero della Salute.

Si tratta della delibera n. 62 dd. 05.02.2019: Linee guida per l’erogazione gratuita di prodotti senza glutine a favore dei pazienti celiaci (sospesa fino al 1° luglio 2019); delibera n. 131 del 26.02.2019: Erogazione di prodotti senza glutine a favore delle persone celiache tramite le farmacie e gli esercizi commerciali (sospesa fino al 01.07.2019) e del decreto 10 agosto 2019 del Ministero della Salute: Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine.

I nuovi tetti massimi di spesa rappresentano un massivo peggioramento rispetto alle condizioni finora vigenti in Alto Adige, per i pazienti di ambedue i generi, ma sono particolarmente penalizzanti per le donne.

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Per gli uomini viene prevista una riduzione pari al 21% del contributo mensile attualmente previsto: dagli attuali 140 euro, il contributo si riduce a 110 euro. Ancora peggio per le donne, che si vedranno ridurre il contributo del 36%: dagli attuali 140 euro a 90 euro“, precisa il CTCU.

I soggetti più colpiti dalle nuove misure saranno tuttavia i più deboli, in particolare bambini in età prescolastica e cittadini over60.

I nuovi tetti di spesa, infatti, vengono ridotti del 40% per i bambini dai 3,5 ai 5 anni: da 94 euro a 56 euro.

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Alle cittadine anziane, le più esposte al rischio di povertà, saranno in futuro concessi 75 euro al mese, al posto degli attuali 140 euro (-46%); i cittadini anziani di sesso maschile dovranno far fronte invece ad un -36% (avranno diritto ad un contributo di 89 euro).

Questi nuovi trattamenti peggiorativi risultano quindi inaccettabili.

Chi è afflitto da celiachia ha necessità di mantenere, per tutto il corso della propria vita, un’alimentazione senza glutine, facendo appunto ricorso a specifici prodotti, che, come noto, sono sensibilmente più cari rispetto ai tradizionali prodotti corrispondenti.

Come ci riferiscono numerosi consumatori affetti da celiachia, un raffronto fra un “paniere” di identici prodotti, con e senza glutine, evidenzia una differenza di spesa di ben il 152% in più per acquisti al supermercato e del 212% in più se si acquista in farmacia, rispetto ai prodotti tradizionali con glutine al supermercato (prezzi considerati: prezzi al chilo).

Chi soffre di celiachia si vede inoltre confrontato con aumenti di spesa nelle più svariate situazioni, ad esempio, con aumenti del costo per un pasto senza glutine nella ristorazione.

Inoltre andrebbe considerato anche il fatto che il costo della vita in Trentino-Alto Adige risulta essere il più alto d’Italia.

La nostra richiesta è pertanto quella che vengano mantenuti i tetti di spesa attualmente vigenti, e per eguale valore a prescindere dal genere o dall’età della persona interessata.

La differenziazione dei tetti di spesa fra generi (art. 3 della DGP 62/2019 nonché allegato 1 del DM 10 agosto 2018) è, a nostro avviso, discriminatoria sia verso le donne che verso le ragazze, in quanto comporta per loro uno svantaggio finanziario rispetto a uomini e ragazzi“, concludono.

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