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Alto Adige

Progetto cani anti Covid, Italexit: “Partito l’esposto per possibile danno erariale”

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Nuove ombre sulla sanità altoatesina. Da quanto si apprende, l’utilizzo fino ad oggi dei cani anticovid per l’identificazione di studenti positivi al virus Sars cov2 pare miseramente fallita. Infatti, con 15 errori su 15 segnalazioni è stato ottenuto il 100% di insuccesso“.

Così Eriprando della Torre di Valsassina, coordinatore provinciale di Italexit con Paragone, il quale in relazione alla vicenda che ha visto l’investimento di fondi per la realizzazione del progetto ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei conti a alla Procura della Repubblica di Bolzano per richiedere di valutare la sussistenza di un potenziale danno erariale o possibili profili di carattere penale.

Si legge in una nota del partito inviata alla redazione: “La società che si è occupata della gestione ha incassato per questo 150.000 euro più Iva di denaro pubblico. Parliamo di una società fondata il 12 novembre 2020 e iscritta alla Camera di Commercio di Bolzano il 17 novembre 2020, cioè appena due settimane prima della delibera dell’Asl (del primo dicembre 2020) con la quale il direttore generale della stessa Asl deliberava di disporre l’avvio di una procedura negoziata con affidamento diretto ad una società a responsabilità limitata semplificata con un capitale sociale di ‘ben’ 12 euro incaricata così di addestrare e impiegare ‘unità cinofile per l’individuazione di persone positive al Covid19’.

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Il bello è che la successiva delibera del direttore generale della Asl, cioè quella con la quale veniva affidato l’incarico di cui sopra è del 18 dicembre 2020, cioè 4 giorni prima che la stessa società iniziasse la propria attività e 4 giorni prima che con licenza n. 0189724 ottenesse l’autorizzazione sanitaria ad operare; cioè il 22 dicembre 2020″.

E ancora: “Dove sarebbe quindi la tanto sbandierata esperienza nel campo dell’identificazione del Sars cov2 per mezzo di unità cinofile, visto che la società ha ottenuto l’incarico prima ancora di essere attiva e prima ancora di aver ricevuto le relative autorizzazioni sanitarie?

Che dire infine della delibera n.894 del 30 dicembre scorso, con la quale l’instancabile direttore generale della Asl altoatesina ha aumentato gli stipendi di alcuni dirigenti della stessa azienda sanitaria, in particolare di Bolzano? Mentre molti italiani tirano la cinghia e medici ed infermieri si prodigano diuturnamente in prima linea nei reparti ospedalieri, la Asl non trova di meglio da fare che aumentare gli emolumenti ai ‘poveri’ dirigenti. 

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“Dopo scaldacollo e mascherine queste due ultime decisioni, anche se di minore impatto riguardo allo stanziamento di soldi pubblici, non sono da meno”. Italexit con Paragone si augura che chi di dovere intervenga“, conclude la nota.

 

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