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“Provare per credere”: lo slogan e i volti di quell’Italia che non c’è più

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“ Provare per credere” è uno slogan che si usa ancor oggi e che negli anni ottanta è stato capace di far spostare gli italiani dal loro luogo di residenza a Biella, creando un indotto economico che ha portato benessere non solo ha chi lo ha creato: Giorgio Aiazzone per il suo mobilificio.

Quando morì in un incidente aereo il 6 luglio del 1986 a soli 39 anni il suo mobilificio fatturava 30 miliardi di lire – 5 dei quali investiti in pubblicità- e aveva 170 dipendenti il tutto nell’unica sede di Biella. Questa è una storia da raccontare e da ricordare perché di quell’impero creato dal nulla, ma anche di quegli anni nei quali in Italia era ancora possibile sognare,non è rimasto più nulla.

Erano i primi anni delle televisioni commmerciali che tra i vari modi per finanziarsi avevano trovato anche quello delle televendite: Aiazzone giocò su due tavoli: quello della pubblicità e quelle delle televendite andando a coprire il territorio nazionale, attraverso le emittenti locali entrando così nelle case di tutti gli italiani. Innovativa la formula della rateizzazione a 36 mesi senza cambiali.

Per rendere accattivante il logo del mobilificio aveva fatto in modo che assomigliasse al noto biscotto Plasmon e a promuovere mobili di tutti i tipi , Guido Angeli che all’epoca era considerato il “re delle televendite”.

Fu un successo che illuse generazioni di italiani che partivano sicuri che l’architetto che li aspettava li avrebbe poi portati a pranzo, che l’offerta era unica, ma Aizzone con quell’idea di super lusso, con quella ventata di novità e un modo di vendere che praticamente non aveva rivali, soddisfaceva a pieno la richiesta consumistica degli italiani che vivevano ancora una fase di benessere.

L’illusione non durava molto perché si poteva scoprire che la consegna non era poi gratuita come pubblicizzato, oppure che la qualità dei mobili non era di gran livello, però intanto si aveva vissuto un sogno. Se “provare per credere” ha fatto la fortuna del mobilificio, “ Vieni a piedi o in carrozzella, ma vieni a Biella” è lo slogan che ha fatto la fortuna di una città prigioniera della monocultura del tessile, settore che già viveva i primi momenti di crisi.

Aiazzone fu il pioniere dei moderni outlet e delle gite domenicali per raggiungerli, insomma un imprenditore che ha fatto non solo la sua fortuna perché visionario, lungimirante e con la giusta faccia tosta. Oggi del suo impero resta solo lo slogan “ provare per credere “, ma è bello raccontarlo a chi non lo ha conosciuto anche perché specchio di un’Italia che non c’è più.

 

Sotto, Giorgio Aiazzone con la moglie Rosella Piana in una foto dei primi anni ’80.

 



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