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(Quasi) tutti a casa: immigrati ancora in giro per Bolzano. Ecco come l’Italia rischia la bomba sanitaria

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Tutti in casa? In effetti, non tutti. Il problema del contenimento del contagio da Coronavirus a Bolzano, così come in tutta Italia, ha un fattore (bomba) in più.

Al netto degli eroi contemporanei costretti ad andare al lavoro o ad aiutare il prossimo in una situazione che definire drammatica è poco, sono infatti centinaia le persone che, anche in Alto Adige, non completamente consapevoli di quanto sia importante oggi uscire meno possibile dalla propria abitazione a causa dell’emergenza pandemia da Covid-19, eccedono nelle passeggiate quotidiane.

A ciò si aggiunge la minaccia, perché così è il caso di chiamarla, degli assembramenti di immigrati che ogni giorno popolano diversi angoli della città.



Si spostano in piccoli gruppi da una strada all’altra, sostano nei parchi per ore, li possiamo anche scorgere in coppia nei supermercati e nei negozi di alimentari, all’esterno delle strutture ricettive ormai chiuse dal decreto governativo o più semplicemente a zonzo per la città. Raramente da soli.

Un fenomeno questo che assieme a quello dell’arroganza dei menefreghisti nostrani, costituisce una seria promessa di male (torniamo a ribadirlo senza vergogna alcuna) per la Salute pubblica.

Nessun rispetto per le misure di prevenzione dal contagio stabilite dai decreti firmati da Conte dunque: il tutto si risolve in un ‘ammasso’ nelle piazze e nei parchi cittadini mentre il resto del capoluogo e d’Italia deve chiedere il permesso per andare a fare la spesa o portare a spasso il proprio cane.

Ecco come il Belpaese rischia allora la bomba sanitaria: tra i potenziali asintomatici ‘untori’ incuranti delle regole ci sono anche loro. E vanno fermati per la propria e l’altrui sicurezza. A cominciare dal visitare quei parchi resi inaccessibili ai nostri concittadini (coppie, singoli, famiglie con bambini) perché transennati in emergenza dalle autorità.

Sulla questione, il consigliere comunale di CasaPound Sandro Trigolo, dai social, è intervenuto a più riprese.

Fanno quello che vogliono e in che modo il Comune di Bolzano abbia intenzione di mettere mano alla situazione non ci è notoLe misure potrebbero risultare drastiche, ma non vediamo molte alternative in una situazione che vede a rischio la salute pubblica di un’intera Nazione.

Se ancora fosse possibile, proporremmo l’espulsione immediata dei soggetti non titolati a restare sul territorio tramite una rapida individuazione. Invece, più ironicamente, lanciamo l’dea di far fare a questi soggetti una bella quarantena a casa di coloro che per anni gli hanno permesso di entrare indiscriminatamente nel nostro Paese“.

Chi li ha voluti e sostentati – continua Trigolo – si faccia ora un esame di coscienza ed intervenga con i mezzi di cui dispone, per mettere mano a una situazione surreale che oggi non ci lascia più molto tempo per decidere i metodi e i principi del come e del quando agire. Non c’è più tempo.

Restassero in quarantena, questi soggetti, a casa delle Lorenzini, dei Verdi, di Volontarius, dell’assessore Andriollo. E ancora delle Chiara Rabini di turno, delle ‘Caritas’ varie ed eventuali e di tutti coloro che fino ad oggi hanno gridato ai porti aperti e alle porte spalancate“.

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