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L’impertinente

Sanità, l’Impero altoatesino scricchiola. Parla Costantino Gallo

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Pubbliche insinuazioni, accuse, sospetti di personalismi e persino querele per presunte diffamazioni. La banda trombettante delle giustificazioni ufficiali ha sfilato in gran stile fino a quando il lenzuolo candido della verità non si è steso davanti agli occhi della pubblica piazza: Costantino Gallo aveva ragione.

E non servono proclami di sorta se si guarda con attenzione all’impugnazione da parte del governo di Roma della Legge Omnibus provinciale (nel cui mirino ci sono soprattutto alcuni punti dei fallimentari tentativi di “autonormazione” e rattoppamenti vari del sistema sanitario altoatesino) o alla visita ministeriale con tanto di ispezioni dei Nas nei nosocomi altoatesini di Bolzano e Brunico, per comprendere la portata di una sola dichiarazione veritiera a fronte delle mille giustificazioni propagandistiche messe a punto dalla macchina istituzionale locale negli ultimi mesi.

Alla luce di quanto pubblicato dal nostro giornale attraverso la rubrica di inchiesta “Angolo di Bellerofonte” curata da Fabrizio Pollinzi e alcuni degli editoriali de “L’Impertinente”, che più volte hanno citato l’operato del dottor Gallo cercando di cogliere anche nella metodologia genialmente dissacrante della sua espressione il senso più autentico di ciò che veniva comunicato ai suoi lettori, oggi a parlare è proprio Gallo.



Scrive dunque al nostro giornale il dottore di Padova, direttore dell’Unità di ricerca Uosd dell’Università degli Studi di Padova e consulente tecnico ministeriale:

E’ giunto il momento di dare il nome alle cose, di guardare alla luna e non al dito che la indica, di andare alla sostanza e di non fermarsi alla forma.

Ma di che cosa? Ma rispetto a che cosa?

In questi anni ho fatto uso dell’ironia, del sarcasmo arrivando fino ad essere irriverente con l’unico scopo di evidenziare e denunciare sequele di abusi, di privilegi, di mancanza di responsabilità di fronte a quanto di più grande abbiamo: il bene comune!

Il senso di appartenenza ad una Nazione; il rispetto delle Leggi e sopratutto della Costituzione quale legge fondamentale dello Stato; l’attenzione ai bisogni di tutti e non di una parte.

L’Alto Adige come spazio geografico della Repubblica Italiana, le sue istituzioni ed in particolare il suo servizio sanitario sono da tempo oggetto delle mie attenzioni e segnalazioni per far emergere le vistose anomalie, volendo essere generosi nel definirle come tali, che non trovano alcuna legittimazione rispetto al “resto dello Stato”.

Ho portato alla luce disservizi, atti normativi e deliberativi carenti o privi di fondamento giuridico, carriere poco trasparenti, retribuzioni da paese dei balocchi.

Tutto questo fa a pugni con una certa mitologia, anzi la favola, della provincia pulita e ordinata che si vuol continuare a vendere e spendere sul mercato turistico.

Se l’Alto Adige ha indubbiamente le sue bellezze paesaggistiche e naturalistiche, le sue istituzioni e gli uomini che le esprimono non possono sentirsi autorizzati ad essere” legge a se stessi “.

Per questi motivi, oltre alle pubbliche segnalazioni, ho motivatamente denunciato alle competenti autorità dello stato ciò che “grida vendetta” e che da tanti, troppi, anni si finge di non voler vedere.

Che cosa mi muove e mi determina? Non ho, come i maliziosi adombrano, vendette da consumare.

Ho solo una costellazione di astri che mi guidano e determinano: la giustizia, il bene comune, il senso di appartenenza ad un unico stato, la guerra senza quartiere agli abusi…

Ma Gallo si fermerà o si stancherà? No! Volete sapere perché?

Per la semplice ragione che Gallo non è mosso da alcun interesse personale né economico né di carriera.

Quindi, mi sentirete ogni giorno ed ogni giorno vi dirò: “ Ci vedremo anche domani. Promesso”.

E noi de La Voce di Bolzano, come sempre, non facciamo fatica a credergli.

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