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Politica

Scuole e Covid, bimbi in gabbia. Cobaldi (Cpi): “Buon senso ed esigenze pedagogiche dimenticate, tra regole e divieti”

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Sappiamo perfettamente quanto è stato fatto per poter far riaprire le scuole in maniera sicura e quanto è stato decantato l’impegno che le istituzioni ci hanno messo per poterlo fare, ma come già detto in un precedente articolo, si è guardato di più alla tutela della scuola intesa come istituzione e al proprio personale che alle esigenze che possano realmente avere i bambini.

Fulvio Cobaldi, candidato per CasaPound alle comunali di Bolzano e padre di due bambini, si fa nuovamente portavoce di diversi gruppi di genitori che, al contrario di quanto si voglia dipingere la riapertura scolastica come un quadretto tutto rose e fiori, trovano alcune scelte prive di buon senso e sopratutto di spirito pedagogico, che rischiano seriamente di mettere a dura prova l’equilibrio psicologico dei più piccoli.

Tra le problematiche portate alla luce da Cobaldi emerge che in alcune strutture della scuola d’infanzia i bambini che hanno il tempo pieno (fino alle 16,30 circa) non vi è la possibilità di poter fare il riposino pomeridiano in quanto l’area adibita a tale compito non può essere sanificata.

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Reputo assurdo che un bambino di 3 anni non abbia la possibilità di poter godere di un diritto che la sua età impone, per problemi legati all’organizzazione igenico-sanitaria di una struttura o di una parte di essa. In questo senso mi pare che non mancano cooperative di pulizia, né fondi per poterle pagare. Non si può in sintesi pretedendere da un bambino un sacrificio simile solo perché non si è in grado di risolvere un problema”.

Inoltre rimarca Cobaldi “I bambini, non possono portare all’interno delle strutture un proprio giocattolo o il proprio peluche preferito in quanto è ritenuto pericoloso o contaminato. Questa fobia del Covid ha fatto dimenticare che stiamo parlando di bambini ai quali per colpa di un virus, indubbiamente pericoloso, viene chiesto di crescere troppo fretta e senza tante spiegazioni”.

“Ci sono state situazioni dove il bambino non ha bevuto per una intera mattinata perché la bottiglietta era stata chiusa troppo forte da mamma o papà e la maestra non ha potuto aprirla perché in quel caso doveva toccarla… idem per un lapis spuntato e il temperamatite – continua il candidato della tartaruga frecciata – . Lo scambio delle cose in classe e del materiale didattico rimane uno dei ricordi più belli che tutti abbiamo della nostra infanzia, ma ora i nostri figli non lo possono più fare e come è già capitato ci sono stati bambini che avendo dimenticato a casa qualche materiale non hanno potuto eseguire un lavoro perché il compagno non ha potuto prestargli il proprio”.

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In alcune scuole d’infanzia i vari favori tra genitori che per obblighi lavorativi prendono una volta uno e una volta l’altro i rispettivi figli alla fine delle lezioni non possono più essere fatti a meno che i bambini non siano nella medesima sezione, per paura di un contatto con estranei alla sezione stessa, come se non si sapesse che comunque fuori dal cancello o al parco i bambini stanno comunque assieme.

La domanda che mi viene spontanea è se in questi tavoli di persone che hanno deliberato certe scelte ci sia stato un genitore o più di uno che per un attimo abbia pensato ai bambini e non al ruolo che ricopre a livello istituzionale, perché per ora le scelte fatte sono basate su regolamenti e teorie che non tengo assolutamente conto del fatto che stiamo parlando di bambini e della loro parte psicologica, conclude Cobaldi.

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