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Bolzano

Sindacati dei Militari, parte da Bolzano il Tour «Sam in movimento»

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Parte dal capoluogo altoatesino e dal 2° Reggimento Trasmissioni una serie di incontri che il Sindacato Autonomo dei Militari terrà su tutto il territorio nazionale con lo scopo di far conoscere una novità che, nel mondo militare, sà più di passaggio epocale.

Con la sentenza 120/2018 della Corte Costituzionale e l’entrata in vigore della legge 46/2022 sono nate, infatti, le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale a tutela dei diritti delle donne e degli uomini in divisa.

L’obiettivo del SAM è quello di carpire, attraverso un contatto diretto con il personale, innanzitutto le esigenze legate al lavoro in base alle diverse tipologie di impiego dei militari, ma non solo. Anche la vita sociale nei territori in cui operano è un fattore importante da non sottovalutare.



Sull’argomento è intervenuto il Segretario Generale Antonino Duca: “Siamo molto soddisfatti dell’affluenza e della partecipazione attiva che c’è stata all’interno della Caserma Vittorio Veneto. Questi sono fattori che ci spingono a lavorare sempre meglio e che ci danno la consapevolezza di quanto il personale militare necessitava di tale strumento affinché i proprio diritti venissero tutelati.

La nostra associazione sindacale è entrata nell’ottica che le questioni da risolvere per il nostro personale sono di tue tipologie, alcune di carattere nazionale, legate ad esempio alla sicurezza sul lavoro e altre legate strettamente ai territori”.

In Alto Adige il numero dei militari rappresenta l’1% della popolazione. Un dato che sembrerebbe basso, ma se si calcolano gli appartenenti ai nuclei familiari, si contano circa 7-8000 persone che spaziano, per fascia d’età, dai pensionati ai bambini appena nati. Famiglie che hanno grossi problemi ad integrarsi, soprattutto nelle zone periferiche.

Su questo è stato chiaro Angelo Liuzzi, Consigliere Nazionale del SAM e un esempio di integrazione sul territorio altoatesino: “Vivo in Provincia di Bolzano da venti anni e prima di arrivare a Bolzano ho vissuto per sedici anni tra Vipiteno e Bressanone. Posti dove integrarsi risulta difficile, un po’ per la mentalità diversa ma anche per le questioni linguistiche. Chi è sposato con persone che non sono nate in questo territorio fanno molta fatica anche a cercare un lavoro perché prima si è costretti ad imparare il tedesco e portare avanti economicamente la famiglia con un solo reddito non è affatto semplice.

Stiamo cercando di studiare delle soluzioni rispetto a questo problema con lo scopo di riuscire a facilitare e velocizzare il percorso di integrazione anche prendendo in considerazione le esperienze vissute positivamente come la mia”.

Un altro problema che vede coinvolti da vicino i militari che operano in Alto Adige è l’esigenza abitativa, legata a stretto giro non solo al caro-casa ma anche alla difficoltà di reperire alloggi in affitto o da acquistare: “Molti nostri colleghi che fanno servizio a Bolzano e Provincia vanno a vivere in Trentino. Lì le case costano meno e si trovano più facilmente. Un mercato immobiliare sicuramente meno complicato di quello altoatesino. Questo si riflette sulla gestione familiare, perché viaggiare ore per raggiungere il luogo di lavoro comporta grandi disagi dal punto di vista affettivo ed economico.

La maggior parte dei militari arrivano soli o con le famiglie ma gli affetti più cari restano lontani centinaia di chilometri. Non avere vicino i nonni, ad esempio, comporta un costo importante per babysitter o asili nido per cui esistono già lunghe liste d’attesa e difficoltà di compatibilità oraria”. 

Quindi caro-casa e caro-vita al centro delle attenzioni del SAM, problema che non è tangibile solo sul territorio bolzanino ma che si percepisce su tutto il territorio nazionale. In particolare, spiega il Segretario Generale Aggiunto Giorgio Masala:Questo è un problema che andrebbe risolto a monte, trovando una soluzione che possa essere risolutiva sia per chi ha il contratto della casa scaduto, sia per chi è in graduatoria ma, per problemi strettamente burocratici, non riesce ad ottenere una nuova assegnazione”. 

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