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Stangata Iva sulle patenti, rischio chiusura scuole e rincari. Lilllo: “Una follia la retroattività”

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Nel momento in cui la gran parte degli italiani sono distratti dalle vicende politiche del nostro Paese, quasi in sordina, si è abbattuta sull’Italia una bufera che potrebbe causare dei danni inestimabili nel settore delle autoscuole.

La richiesta del pagamento dell’IVA arretrata retroattiva di ben 5 anni.

Tale richiesta sarebbe una catastrofe per la quasi totalità delle aziende del settore, con un elevatissimo rischio chiusura per fallimento di moltissime autoscuole e il  conseguente licenziamento di migliaia di persone impiegate.



Quasi la totalità dei patentati si sono affidati a lezioni di scuola guida (teoriche e pratiche) prima degli esami per prendere la patente. E così molti altri lo faranno in futuro, sia dal lato teorico, per inquadrare i principi e le norme necessarie che devono far parte del bagaglio degli automobilisti, sia da quello pratico, per prendere dimestichezza con i veicoli, la strada e gli altri utenti.

Sinora, le lezioni finalizzate a conseguire la patente sono state esentate da IVA, grazie a una prassi amministrativa avvalorata nel tempo dall’Agenzia delle Entrate, la risoluzione n. 134/E del 26 settembre 2005, dalla  Circolare n. 22/2008/ e, dai chiarimenti forniti dalle precedenti risoluzioni (cfr. n. n. 83/E-III-7-65258 del 1998 e n. 134/E del 2005) sulle quali i contribuenti hanno fatto sinora legittimo affidamento.

Dai primi di settembre in poi, le cose sono destinare a cambiare.

L’Agenzia è infatti tornata sui suoi passi, come si evince dalla Risoluzione n. 79/2019 del 2 settembre che si è pronunciata proprio in materia di aliquota IVA. Il cambio di rotta ha preso via da una recente sentenza (del 14 marzo 2019) nella quale la Corte di Giustizia UE si è pronunciata sulla corretta interpretazione dell’articolo 132, paragrafo 1, della Direttiva CE 112/2006, relativo alle esenzioni in materia di IVA.

Da ora in avanti, dunque, le autoscuole non sono più riconosciute come enti di formazione e dovranno ritoccare i tariffari ricomprendendo nel costo delle prestazioni anche l’IVA ordinaria (attualmente al 22%). In realtà, a destare maggiore preoccupazione, è l’effetto dell’interpretazione “retrospettiva” fornita dalla CGUE in base alla quale le Entrate hanno deciso che l’imponibilità dell’IVA debba essere retroattiva.

A parere dei giudici unionali, “l’insegnamento della guida automobilistica in una scuola guida, pur avendo ad oggetto varie conoscenze di ordine pratico e teorico, resta a loro dire, un insegnamento specialistico” che non rientra nel sistema educativo tradizionale che caratterizza, invece, l’insegnamento scolastico o universitario.

Tutto questo ci può stare, ma perché chiedere alle autoscuole un rimborso dell’IVA arretrato, quando queste si sono attenute a quanto l’Agenzia delle Entrate, aveva loro richiesto o comunque autorizzato con direttive proprie?

Un altro effetto aberrante dell’applicazione retroattiva dell’IVA, riguarda anche chi si è avvalso delle prestazioni della scuola guida in passato. I titolari delle autoscuole, tenuti a conformarsi all’obbligo fiscale, si vedrebbero costretti, infatti, anche a “bussare” alla porta dei clienti (per lo più privati) che, a far data dal 2014, si siano avvalsi delle prestazioni in esenzione di imposta: a costoro sarebbe dunque chiesto oggi di versare l’IVA sulle lezioni già pagate non addebitata stante la prassi all’epoca vigente.

Appare tecnicamente poco praticabile, considerata anche la difficoltà per le autoscuole di ottenere in maniera “coercitiva” tale rimborso dai clienti. Si presume quindi che l’IVA sarà quasi a totale carico delle autoscuole che con tutta evidenza, chiuderanno per il salasso.

Il tutto senza aver commesso nessun illecito, ma solo per aver seguito quella che era la prassi indicata dalla stessa Agenzia delle Entrate, che riconoscendo l’errore, non emetterà infatti alcuna sanzione, né chiederà interessi legali.

Sta di fatto che se la politica non prenderà provvedimenti urgenti per eliminare questa stortura, per migliaia di persone saranno guai seri, perché alla fine, a pagare saranno coloro che si sono attenuti alle regole, senza scordare che da oggi in poi, prendere la patente costerà alle famiglie il 22% in più. E scusate se è poco.

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