Bolzano
Svolta nel caso Manal: la Cassazione riapre il processo sul tragico incidente scolastico
La Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori sul drammatico caso di Manal Benhaddou, la bambina di 7 anni deceduta in seguito a un’emorragia cerebrale causata da uno scontro con una compagna di classe. L’incidente, avvenuto il 9 ottobre 2009 nel cortile della scuola elementare Martin Luther King di Bolzano, torna ora al centro dell’attenzione giudiziaria.
In un colpo di scena, la Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dalla Provincia di Bolzano, aprendo la strada a un nuovo processo d’appello. La decisione si basa su un presunto vizio di motivazione nella sentenza precedente, in particolare per quanto riguarda la gestione dei soccorsi immediatamente dopo l’incidente.
Il caso aveva già attraversato diverse fasi giudiziarie. In sede civile, la Provincia e l’Istituto comprensivo Bolzano – Europa 2 erano stati condannati a versare un risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari di Manal. Questa sentenza era stata confermata in appello, ma con una significativa modifica: l’accoglimento del ricorso di un’insegnante, inizialmente condannata a contribuire al risarcimento.
Il punto cruciale della nuova sentenza della Cassazione riguarda la valutazione dei sintomi manifestati dalla bambina subito dopo lo scontro. Il perito nominato in primo grado aveva sostenuto che il vomito di Manal non fosse un sintomo sufficientemente grave da giustificare una chiamata immediata al 118. Il giudice, tuttavia, si era discostato da questa valutazione tecnica.
Ora, con la riapertura del caso, si prospetta uno scenario che potrebbe avere conseguenze significative per tutte le parti coinvolte. Se la nuova sentenza d’appello dovesse ribaltare il verdetto precedente, i familiari di Manal potrebbero essere costretti a restituire l’intero importo del risarcimento già ricevuto.
Questa svolta giudiziaria riporta alla luce questioni cruciali sulla sicurezza nelle scuole e sulla gestione delle emergenze in ambito scolastico. Il caso Manal, oltre al suo profondo impatto emotivo, continua a sollevare interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni educative e sulla preparazione del personale scolastico di fronte a situazioni critiche.
Mentre la comunità di Bolzano e l’opinione pubblica nazionale seguono con attenzione gli sviluppi, il nuovo processo d’appello si preannuncia come un momento decisivo non solo per la famiglia Benhaddou, ma anche per stabilire importanti precedenti in materia di sicurezza e responsabilità nel sistema scolastico italiano.
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