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Politica

Tamponi per sanitari rientrati dall’estero, ma possono lavorare in attesa dell’esito. Puglisi Ghizzi: “Quale prevenzione dalla Asl?”

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Sempre più acquisisco la certezza che la Sanità altoatesina navighi a vista in mano a persone che, altro che meritocrazia, la dirigono per qualche motivo a me oscuro senza la benchè minima capacità. E’ notizia di questi giorni che è stata emessa un’ordinanza preventiva per coloro che risultano in rientro da Croazia, Grecia, Malta e Spagna, anche per il personale sanitario della Asl locale: obbligo di tampone entro 48 ore dall’arrivo – o appena possibile- ma in attesa del risultato il personale puo lavorare purchè con mascherina e presidi di legge“.

Così il consigliere e candidato sindaco per Casapound alle prossime elezioni del 20 e 21 settembre, Maurizio Puglisi Ghizzi che commenta parte della nuova ordinanza provinciale emanata lo scorso 12 agosto.

Il documento prevede infatti che chiunque, nei 14 giorni precedenti a questa data abbia soggiornato in Croazia, Grecia, Malta e Spagna deve dimostrare un risultato negativo al tampone per il coronavirus o eseguire un test PCR immediatamente dopo l’ingresso in territorio italiano (Coronavirus: test obbligatori per chi entra in Alto Adige da Croazia, Grecia, Malta e Spagna).

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Ciò vale anche per il personale sanitario che rientra in Alto Adige dai Paesi menzionati. Per ogni dipendente dei settori di medicina preventiva e sorveglianza sanitaria è infatti previsto “un tampone entro le 48 ore o appena possibile“.

Appena possibile dunque si dovrà effettuare il tampone e nel frattempo sarà permesso continuare a lavorare all’interno delle strutture sanitarie purchè muniti di mascherina chirurgica o DPI equivalenti.

Una condizione che secondo Puglisi Ghizzi “solleva più di una perplessità sull’efficacia reale del sistema di prevenzione messo in atto dalla Asl locale per i sanitari che tornano dall’estero. Insomma rientri positivo ma fai il tampone appena ti è possibile e nel frattempo rischi di portare il virus proprio nelle strutture sanitarie, le zone più a rischio”, sottolinea il candidato sindaco della tartaruga frecciata.

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Pareva brutto effettuare il tampone appena rientrati e, fino al risultato cercare di restare fuori dalle zone di rischio? Con che motivazione si fanno entrare nelle strutture sanitarie persone potenzialmente infette?

Anche tra i sanitari il virus è a tempo ben delimitato? Osserva gli stessi orari del virus da strada? Ma fateci il piacere o si fa una prevenzione e messa in sicurezza seria o lasciate il posto a qualcuno di competente“, conclude Puglisi Ghizzi.

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