Italia & Estero
Tensione globale: la guerra dei dazi di Trump scuote gli equilibri internazionali

La guerra dei dazi è ufficialmente iniziata e a dare il via è stato Donald Trump. Dalla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti ha imposto tariffe su prodotti provenienti da Messico, Canada e Cina, costringendo i governi coinvolti a rispondere con misure di difesa economica.
Allo stesso tempo, la NATO e i leader europei si trovano a dover affrontare il rischio di una crisi commerciale transatlantica e il pericolo di un’implosione dell’Alleanza Atlantica.
Nella mattinata di ieri Trump ha firmato il decreto che impone dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% su quelle provenienti dalla Cina, con effetto a partire da martedì 4 febbraio. Secondo i funzionari della Casa Bianca, i prodotti energetici dal Canada saranno soggetti a una tariffa ridotta del 10%, mentre il Messico subirà l’imposta completa del 25%.
Per giustificare la decisione, Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act, escludendo qualsiasi esenzione dai dazi.
Nel frattempo, le tensioni tra Washington e Caracas non si allentano. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro aveva tentato un gesto di distensione rilasciando cinque cittadini americani detenuti, ma la risposta di Trump è stata netta: “Non compreremo nemmeno una goccia di petrolio venezuelano”.
Anche il Canada ha reagito duramente alle misure imposte dagli Stati Uniti. Il primo ministro Justin Trudeau, in conferenza stampa, ha annunciato una risposta con tariffe del valore di 125 miliardi di dollari sulle importazioni americane, che entreranno in vigore entro 21 giorni.
Parallelamente, i leader dell’Unione Europea e della NATO si riuniscono per discutere una strategia comune. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, l’Alleanza Atlantica starebbe valutando un rafforzamento della sua presenza militare nell’Artico, un’azione mirata a convincere Trump a rivedere la sua politica commerciale aggressiva.
Al vertice sulla difesa a Bruxelles, i rappresentanti europei, insieme al segretario generale della NATO Mark Rutte e al premier britannico Keir Starmer, dovranno affrontare anche la richiesta americana di aumentare la spesa militare fino al 5% del PIL e individuare le risorse necessarie.
Il Messico, a sua volta, non resta a guardare. Dopo essere stato accusato da Trump di avere un’alleanza con i cartelli della droga, la presidente Claudia Sheinbaum ha respinto categoricamente l’affermazione e ha annunciato l’adozione di contromisure economiche. In un messaggio su X, ha denunciato le “calunnie della Casa Bianca” e ha confermato l’imminente introduzione di nuove misure doganali contro gli Stati Uniti.
La battaglia commerciale è appena iniziata e le ripercussioni si preannunciano pesanti su scala globale.
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