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Trentenne Meranese perseguita minorenne con atti osceni: braccialetto elettronico
La Sezione di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Merano ha concluso, nella giornata di ieri, una complessa attività di indagine che ha portato alla notifica di una misura cautelare nei confronti di un 30enne meranese. L’uomo è accusato di atti persecutori e osceni ai danni di una ragazza minorenne, anch’essa residente a Merano.
L’ordinanza cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Bolzano, impone all’indagato il divieto di avvicinarsi alla vittima e ai luoghi da lei frequentati, mantenendo una distanza minima di 500 metri e evitando qualsiasi tipo di comunicazione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bolzano, sono iniziate a seguito della denuncia presentata dalla minorenne, accompagnata dalla madre, presso gli uffici della Polizia di Merano. La denuncia, che ha rivelato una serie di episodi gravi e a sfondo sessuale, descriveva una situazione di persecuzione durata per tutto l’anno scolastico 2023/2024.
Secondo quanto riportato, l’uomo avrebbe importunato la ragazza in più occasioni con atti osceni. In uno degli episodi documentati, il trentenne si sarebbe appostato lungo il percorso casa-scuola della giovane e, alla sua vista, avrebbe iniziato a mostrare le proprie parti intime e a masturbarsi.
Le attività di appostamento e pedinamento condotte dalla Polizia hanno permesso di confermare i racconti della vittima, evidenziando una situazione di ansia, paura e disagio profondo per la minorenne. La gravità dei fatti ha portato all’adozione di una misura cautelare coercitiva con l’applicazione di un braccialetto elettronico alla caviglia dell’indagato. Questo dispositivo consentirà alla Polizia di monitorare in tempo reale eventuali violazioni del divieto, che comporterebbero l’arresto immediato dell’uomo.
“Quella che ha dovuto subire questa ragazzina è una persecuzione di una gravità assoluta, che non può essere tollerata,” ha dichiarato il Questore della Provincia di Bolzano, Paolo Sartori. “Grazie alla determinazione della vittima, assistita dalla famiglia e accolta con professionalità dagli investigatori della Polizia di Stato, è stato possibile comprovare la responsabilità di questo trentenne meranese e porre termine a una situazione che ha avuto conseguenze significative sulla vita di questa giovane ragazza.”
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