Val Venosta
Tutela storico-artistica per la Casa n. 80 a Stelvio
L’antica locanda con rivendita di generi misti a Stelvio, la Casa n. 80, è ora sotto tutela storico-artistica. Ok della Giunta a proposta dell’assessora Hochgruber Kuenzer.
Nel centro storico del paese di Stelvio, al civico numero 80, risalta un edificio dalla tipica costruzione a graticcio (Fachwerkhaus) che riporta ai tempi passati. Situata su quella che un tempo era la via principale per raggiungere il passo dello Stelvio, la cosiddetta “Casa n. 80”, che era una locanda con rivendita di generi misti, per centinaia di anni fu frequentata non solo dai paesani che andavano a comprare generi utili per la vita di tutti i giorni, ma anche dai molti mercanti in viaggio e dai contrabbandieri diretti al passo. Su iniziativa dell’assessora provinciale ai Beni culturali, Maria Hochgruber Kuenzer, la Giunta provinciale ha approvato oggi (6 luglio) il vincolo diretto di tutela storico-artistica per la “Casa n. 80” a Stelvio.
“Il nostro impegno è rivolto a preservare attivamente gli edifici storici e le testimonianze che aiutano la popolazione a tenere viva la memoria dello sviluppo della nostra terra e le vicende che hanno inciso sulle vite dei nostri avi”, fa presente l’assessora Hochgruber Kuenzer.
Testimonianza del nucleo originario di Stelvio
“Questa piccola costruzione a graticcio, o Fachwerkhaus, risalente al periodo attorno al 1900, che a un primo sguardo risulta insignificante, costituisce un importante tassello narrativo nella storia di Stelvio, un agglomerato romanico connotato da unicità”, spiega Karin Dalla Torre, soprintendente ai Beni culturali che ha avviato il procedimento per il nuovo vincolo diretto di tutela storico-artistica.
L’edificio, infatti, assieme alla chiesa dei Santi Ulrich e Rochus, già sotto tutela, costituisce una delle poche testimonianze del nucleo abitato venostano, quasi completamente distrutto dal terribile incendio che interessò il paese il 21 novembre 1862.
Dei 75 edifici di cui era composto il paese ne bruciarono 56 e 120 famiglie per un totale di 600 paesani persero tutti i loro averi. Le case del centro storico attuale furono costruite solo dopo il 1863.
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