Politica
Parlamento europeo e Pandora Papers. Dorfmann: “Primo passo verso più giustizia fiscale”
Una migliore cooperazione transfrontaliera tra autorità fiscali, regole comuni sulla ritenuta alla fonte, un obbligo di comunicazione completo: ciò dovrebbe impedire che in futuro i cittadini europei facciano ricorso ai paradisi fiscali.
“L’adozione della relazione sullo scandalo dei Pandora Papers da parte del Parlamento europeo è un passo importante verso una maggiore giustizia fiscale nell’Unione”, afferma Herbert Dorfmann, europarlamentare sudtirolese che ha contribuito alla stesura del testo.
I Pandora Papers hanno portato alla luce più di 29 mila conti creati per eludere o evadere le tasse. “Lo scandalo non solo ci ha dato un’idea delle pratiche di evasione fiscale, ma ha anche dimostrato quanto sia diffusa in Europa la pianificazione fiscale aggressiva o addirittura la frode fiscale professionale”, afferma Dorfmann, che punta il dito contro una complessa rete di paradisi fiscali, società di comodo e conti offshore. “Quando si tratta di evitare le tasse, sembra che non ci siano limiti alla creatività – lamenta l’europarlamentare. – Non possiamo che condannare queste truffe”.
Questo è esattamente ciò che ha fatto oggi il Parlamento europeo votando il rapporto sui Pandora Papers. Il rapporto ha anche messo in evidenza le debolezze dei sistemi fiscali in Europa. “Uno dei maggiori punti deboli è la mancanza di una cooperazione onesta ed equa tra le autorità fiscali nazionali in Europa, ma anche con i paesi terzi“, spiega Dorfmann.
Il rapporto suggerisce quindi di migliorare lo scambio di informazioni e di attuare pienamente le norme sulla divulgazione degli accordi fiscali transfrontalieri. Manca anche un sistema armonizzato di ritenuta alla fonte. “Solo con un sistema di questo tipo possiamo evitare la doppia imposizione, ma anche la doppia non imposizione”, argomenta l’europarlamentare.
Infine, il rapporto sui Pandora Papers chiede anche di stoppare l’elusione fiscale. Ci sono fornitori di servizi impegnati in una pianificazione fiscale aggressiva, che creano sistemi per un’evasione fiscale mirata. “In questi casi è importante introdurre norme vincolanti”, afferma Dorfmann.
Lo stesso vale a un livello superiore. “Gli stati membri continuano ad attirare persone ricche attraverso agevolazioni ed esenzioni fiscali, pure se queste non si applicano ai comuni cittadini”, spiega l’eurodeputato. Non bisogna cercare lontano per trovare esempi di questo tipo: “I non residenti che lavorano in Italia sono in gran parte esenti dal pagare le tasse qui, anche se hanno redditi estremamente elevati”, dice Dorfmann, il quale sostiene che “le pratiche di questo tipo devono essere fermate immediatamente”.
Secondo Dorfmann, dopo i Pandora Papers l’Ue ha bisogno di una concorrenza fiscale leale, “che può sussistere solo se ci si basa sui principi di trasparenza, equità e cooperazione”.
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