Politica
Autonomia energetica: ampliamento del campo d’azione
Il tema dell’autonomia energetica è stato affrontato oggi (17 luglio) dalla Giunta provinciale. “Sappiamo che nel campo della produzione, distribuzione, vendita e determinazione dei prezzi dell’energia elettrica esiste una serie completa di norme sia a livello europeo che a livello nazionale.
Queste norme si basano essenzialmente su due principi, il cui orientamento è stato fatto proprio già negli anni ’90: quello della libera concorrenza e della presenza di un regolatore unico statale. Questo orientamento centralizzato dell’autorità di regolamentazione unica si applica in particolare al settore energetico e si basa su disposizioni che risalgono al 1995 e su tutta una serie di sentenze della Corte costituzionale“, sottolinea il presidente Arno Kompatscher.
Finché queste norme saranno in vigore e non verranno modificate in alcun modo, nella nostra provincia non potrà essere istituita un’autorità veramente autonoma.
Ciononostante, la Giunta provinciale vuole esplorare e sviluppare un ambito autonomo nel settore energetico. È allo studio una nuova norma d’attuazione per il teleriscaldamento da energie rinnovabili“, afferma il presidente.
Soprattutto nel settore del teleriscaldamento da fonti energetiche rinnovabili, ci sono buone opportunità per una regolamentazione autonoma. Tuttavia, sarebbe necessaria una modifica dello Statuto di autonomia o almeno l’emanazione di una norma d’attuazione da parte del Governo e di un decreto del Presidente della Repubblica, che potrebbero avere successo solo in stretta collaborazione con le autorità statali.
Giuliano Vettorato, assessore provinciale al settore energetico, spiega di essere impegnato per l’autonomia energetica a vari livelli e fa riferimento ai provvedimenti presi, “ad esempio la nuova legge sulle grandi derivazioni, che sarà trattata in Consiglio provinciale la prossima settimana“. In generale, “si sta lavorando su più fronti per ottenere la massima autonomia possibile, perché autonomia significa anche senso di responsabilità“, spiega l’assessore provinciale Vettorato.
Come riferisce il presidente della Provincia, il Trentino aveva già tentato negli anni ’90 di creare un quadro giuridico per una propria autorità di regolazione in applicazione della norma d’attuazione allora in vigore. Il progetto è stato ritirato nel 2006. Anche le Regioni Veneto e Toscana non hanno avuto successo in progetti simili.
Di particolare interesse è la sentenza n. 88 del 2009, che sottolinea al punto 3 la competenza dell’autorità di regolazione Arera per l’intero territorio nazionale, che è quella di garantire l’uniformità. Con la citata sentenza n. 88, la Corte costituzionale ha stroncato entrambe le iniziative nel 2009, affermando che l’autorità di regolazione svolge un compito sovrano che rientra nella competenza esclusiva dello Stato.
Più recentemente, la Corte di Cassazione ha dichiarato incostituzionale (n. 48/2023) la legge della Regione Piemonte sulle comunità energetiche, in quanto in contrasto con le direttive europee e le norme statali.
Nel settore dell’energia elettrica, ci sono poche opzioni senza modificare le leggi statali o i requisiti costituzionali esistenti, afferma il presidente Kompatscher: l’istituzione di un’autorità di regolamentazione provinciale separata non è possibile a causa dell’attuale situazione giuridica e “non è una questione di volontà“, spiega il presidente in riferimento al parere legale dei professori Giuseppe Caia dell’Università di Bologna e Fulvio Cortese dell’Università di Trento, che hanno esaminato anche la giurisprudenza della Corte Costituzionale a questo scopo. Secondo loro, negli ultimi anni la Corte costituzionale ha emesso diverse sentenze in questo ambito fattuale (7/2004, 117/2022, 28/2014).
“Come Giunta provinciale, stiamo dedicando molta attenzione all’ampliamento dell’autonomia in tutti i settori, e questo vale anche per l’energia“, ha sottolineato il presidente della Provincia. “È importante fare i passi giusti al momento giusto“.
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