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Benessere e Salute

Autismo e Coronavirus: quando la routine è tutto

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L’emergenza della diffusione del COVID-19 che stiamo vivendo comporta indubbiamente effetti psicosociali importanti sulla salute mentale della popolazione mondiale. Prendere coscienza della situazione e adottare una serie di strategie mentali risulta fondamentale per affrontare questo periodo all’insegna del benessere psicologico.

Paura, preoccupazione e incertezza sono le principali fonti di stress all’interno della comunità, e mantenere routine e reti sociali risulta difficoltoso.

Tuttavia è bene chiederci come tutto ciò possa stravolgere la vita di una persona sempre abituata ad affrontare la quotidianità in maniera routinaria. Questo è quello che stanno provando le persone nello spettro autistico. Ma andiamo per gradi.



Il Disturbo dello spettro autistico è caratterizzato dalla presenza di difficoltà nella comunicazione, nell’interazione sociale oltre alla presenza di comportamenti ripetitivi ed interessi ristretti. Per le persone con autismo la condizione di isolamento domiciliare dovuta dal COVID-19 comporta una significativa ristrutturazione delle varie attività che quotidianamente sono abituati a svolgere nei diversi contesti sociali (casa, scuola, centri riabilitativi o diurni).

L’Osservatorio Nazionale Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato, nell’attuale scenario emergenziale, delle indicazioni da mettere in atto per favorire un appropriato sostegno alle persone nello spettro autistico.

In cosa si traduce tutto ciò?

Il primo passo è quello di mantenere le routine quotidiane: conservare un adeguato ritmo sonno-veglia, partecipare a lavori domestici strutturati, programmare in maniera chiara la giornata attraverso un calendario visivo in cui inserire attività diversificate ed utilizzare un timer per interrompere l’utilizzo di un dispositivo elettronico (tablet, smartphone, televisione).

Questo permette di apprendere che cosa aspettarsi nel futuro, riducendo così l’ansia di una mancata prevedibilità giornaliera. In secondo luogo è importante attenzionare i bisogni emotivi e relazionali delle persone con autismo.

È comune, infatti, pensare che le difficoltà di interazione siano correlate ad un bisogno di chiusura sociale; in realtà le persone nello spettro autistico hanno, al pari di tutti noi, un forte bisogno di relazionarsi e di comunicare. La condizione di quarantena rischia di amplificare la sensazione di solitudine e di isolamento sociale, rendendoli più suscettibili a sviluppare disturbi psicosociali, come ansia e depressione.

È importante, quindi, creare opportunità per mantenere la continuità con le figure di riferimento significative (insegnanti, terapisti, compagni di classe) attraverso video chiamate o telefonate.

In molti casi le famiglie hanno lamentato la drammatica difficoltà del non poter uscire di casa anche per gestire situazioni di familiare con autismo. Per far fronte a questa richiesta, a livello governativo sono stati emanati alcuni provvedimenti atti a migliorare la gestione di tali situazioni stressanti: la possibilità di effettuare una certificazione medica, che attesti la condizione della persona e la necessità dell’uscita, da mostrare ad un eventuale controllo delle forze dell’ordine.

È facile capire quindi quanto la quarantena sia complessa e faticosa per una persona con autismo e per le loro famiglie.

Questa attuale condizione che noi tutti stiamo sperimentando, con i suoi disagi causati dall’isolamento, dalla perdita delle abitudini, dalla distanza sociale e dalla mancanza delle attività amate, può rivelarsi un momento di riflessione per comprendere meglio la realtà ed i vissuti che le persone nello spettro autistico affrontano ogni giorno.

Il contributo per La Voce di Bolzano è della dr.ssa Giulia Raciti, psicologa.

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