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Economia e Finanza

“Bando per i contributi alle PMI, solo un timido segnale”

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L’approvazione del nuovo bando per l’assegnazione dei contributi relativi agli investimenti aziendali delle piccole imprese è un timido segnale di aiuto all’economia: sono stati stanziati solo 2,65 milioni di euro anziché i 6 milioni stanziati nel 2017 e nel 2018, che già si erano rivelati insufficienti”.

Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV, in riferimento all’approvazione, da parte della Giunta provinciale, del bando per i contributi alle piccole imprese dei settori artigianato, industria, commercio e servizi sino a 49 dipendenti.

Tenendo conto – prosegue Corrarati – che nel 2018, con 6 milioni a disposizione, sono state accolte 222 domande su 344 presentate, rispetto a una platea potenziale di quasi 35.000 aziende, crediamo che, con un plafond così ridotto, saranno meno di 100 le aziende beneficiarie degli incentivi.

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Auspichiamo che la Giunta provinciale, come preannunciato, aumenti i fondi a disposizione del bando nel corso dell’elaborazione del bilancio 2019. In alternativa, visto che la stessa Giunta ha precisato di voler puntare, come incentivazione economica, sugli sgravi fiscali e sul fondo di rotazione, proponiamo che i 4 milioni mancanti al bando per gli incentivi vengano destinati, in sede di stesura di bilancio 2019, all’abbattimento dell’Imi per gli immobili strumentali delle imprese: sarebbe un intervento nel solco degli sgravi fiscali che già la precedente giunta ha avviato nel 2014, con ottimi risultati in termini di sostegno alle aziende.

Un’altra ipotesi è di destinare i 4 milioni al fondo della cooperativa di garanzia Garfidi, che agevola l’accesso al credito delle micro e piccole imprese di tutti i settori economici”.

Il presidente di CNA-SHV conclude: “Non vorremmo che, con un plafond così ridotto, per erogare piccoli aiuti a meno di 100 aziende, il bando producesse solo costi relativi al personale provinciale, chiamato ad istruire le pratiche, raccogliere i rendiconti e verificarli, anziché produrre reale valore aggiunto all’economia”.

Rientrano negli investimenti previsti dal bando esclusivamente beni mobili per una nuova sede aziendale o per l’ampliamento di quella esistente, per la diversificazione della produzione o per la trasformazione radicale del processo produttivo. Rientra tra i criteri di finanziamento anche l’investimento per l’acquisto di software finalizzati allo sviluppo dell’impresa. Gli investimenti si riferiscono al 2019 ed i contributi vanno da un minimo di 20.000 sino a 500.000 euro.

Non vengono erogati contributi per investimenti sostitutivi. Come nel 2018, la Ripartizione Economia stilerà tre graduatorie: artigianato ed industria sino a 9 dipendenti, artigianato ed industria tra 10 e 49 dipendenti e commercio e servizi sino a 49 dipendenti.

Oltre ad investimenti nella trasformazione digitale, in progetti di ricerca e sviluppo, ci sono altri criteri per l’assegnazione di ulteriori punti nella valutazione delle domande come, ad esempio, progetti di crescita, qualificazione, occupazione di apprendisti, imprese femminili o attività commerciali al dettaglio in quartieri decentrati.

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