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Ambiente Natura

Lago di Fié, interventi per il ripristino dello stato naturale

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Lo stato delle acque e del fondale del Lago di Fié negli ultimi anni è peggiorato, tanto che il colore dello specchio lacustre presenta acque torbide dalla tonalità verde-marrone e mette a rischio la balneazione.

Con una serie di misure si punta ora al ripristino dello stato naturale del lago.

La realizzazione del progetto avviene congiuntamente con la collaborazione del Laboratorio biologico, degli Uffici parchi naturali e caccia e pesca della Provincia, dell’autorità forestale e dell’Agenzia per la protezione civile, nonché del Comune di Fié allo Sciliar.



Le misure sono necessarie per ripristinare lo stato delle acque, non più invitanti, del lago, ormai quasi privo di piante acquatiche”, afferma l’assessore provinciale all’ambiente Giuliano Vettorato.

Meno flora acquatica, più batteri

Meta amata quale zona di relax nell’ambito del parco naturale Sciliar-Catinaccio, il Lago di Fié da qualche tempo è abitato anche da una specie estranea, la carpa erbivora.

Questa specie ittica, di provenienza asiatica, immessa da ignoti nel lago, ha completamente mangiato la flora acquatica e ne impedisce la ricrescita“, fa presente Alberta Stenico, direttrice del Laboratorio, che specifica come “in assenza di piante acquatiche i nutrienti permangono nell’acqua, invece che essere assorbiti dalle piante, e forniscono alimento per piccole alghe e batteri, quali i cianobatteri“.

Durante le estati 2018 e 2019 si è verificata, così, un’elevata concentrazione di questi batteri.

Misure per il ripristino

Per favorire il ripristino dello stato ecologico naturale del Lago di Fié si è già provveduto a creare durante l’intero arco dell’anno un apporto accessorio di 3 litri d’acqua al secondo grazie alla creazione di un affluente artificiale.

Inoltre, è stata disposta la mappatura del fondale che costituisce la base per le misure da attuare nel corso del 2019.

Da un lato sarà effettuato l’asporto dal lago degli esemplari della specie ittica estranea, ovvero le carpe erbivore.

In seguito nel corso degli anni successivi si provvederà a legare le sostanze nutrienti disponibili per la flora acquatica nell’acqua e nei sedimenti.

Infine, nello specchio lacustre saranno reimpiantate piante acquatiche in grado di assorbire i nutrienti.

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