Politica
L’IDM va dismessa, le sue competenze riassegnate
L’IDM, nato come fornitore di servizi per il sistema imprenditoriale, è ormai da tempo diventato superfluo e inefficiente. È giunto il momento di ripensarlo completamente, ripartendo le sue competenze su altre istituzioni. Una mozione del Team K su questo tema sta suscitando interesse e verrà discussa in Consiglio provinciale questa settimana.
La fondazione dell’IDM (Innovation, Development, Marketing) nel settembre 2016 non era nata sotto una buona stella. All’epoca la fusione di quattro organizzazioni (SMG, EOS, BLS e TIS) in un’unica struttura era finalizzata a ottenere più efficienza e sinergie. Nei fatti è accaduto il contrario. Nel dicembre 2018, tutte le organizzazioni turistiche erano state integrate nell’IDM, ma le cose non funzionarono comunque.
“Con un po’ di nostalgia, molti ripensano all’efficienza dell’SMG, alle associazioni turistiche o all’EOS, che lavorava sui mercati internazionali con una struttura molto leggera. Con la fusione non si sono avute le sinergie sperate e oggi l’IDM è un colosso che si regge sulla sua burocrazia interna.
Gli obiettivi fissati con la fondazione non sono stati raggiunti e non lo saranno in futuro, per questo è necessario una nuova visione complessiva, sciogliendo la struttura. Non riesco a non pensare che oggi l’IDM sia un mero fornitore di servizi per i politici, come nei casi delle Giornate della sostenibilità e il Marketplace.
Progetti che costano milioni di denaro pubblico senza generare alcun beneficio reale per l’economia, il turismo e l’agricoltura. Sponsorizzazione, eventi, sostenibilità, mobilità: tutto questo non è compito dell’IDM“, afferma Paul Köllensperger.
Al momento della sua fondazione nel 2016, gli obiettivi dell’IDM erano snellire e sburocratizzare, risparmiando sui costi ottimizzando il personale e aumentando l’efficienza attraverso le sinergie. E’ accaduto il contrario.
Attualmente, l’IDM impiega 196 persone nei settori del marketing turistico, per l’agricoltura e dello sviluppo aziendale. A questo scopo divora un budget di 56 milioni, a cui vanno aggiunti budget milionari per fare ulteriore marketing. L’IDM è gestito come “azienda speciale della Provincia e della Camera di Commercio“, ma in termini di gestione delle risorse umane è un’operazione ibrida in cui non si applicano le stesse regole dell’amministrazione provinciale.
“Invece di concentrarsi sul suo core business, il sostegno all’economia, l’IDM si è recentemente distinto come organizzatore di festival della sostenibilità poco frequentati ma molto costosi, a spese dei contribuenti. È giunto il momento di cambiare“, afferma Alex Ploner, co-firmatario della mozione.
Parlando degli errori politici commessi nel corso del suo mandato, il presidente Arno Kompatscher ha citato anche la fondazione dell’IDM prima delle elezioni provinciali del 2018. La conseguenza è stata una scissione nel 2019, con l’acquisizione di gran parte delle competenze di innovazione dell’IDM da parte del NOI Techpark.
Le critiche delle associazioni turistiche, ma non solo loro, si fanno sentire da tempo, anche nel settore del marketing per l’agricoltura. Il notevole budget in capo all’IDM è difficilmente giustificabile, soprattutto in tempi di overtourism (per la sola pubblicità sui motori di ricerca si versano 2 milioni di euro a Google).
Nella sua mozione il Team K chiede lo scioglimento dell’IDM in quanto tale e una razionale redistribuzione delle competenze. Per quanto riguarda il turismo, è prevista la ripartenza dell’SMG, che in futuro si concentrerà soprattutto sulla gestione di questioni come l’overtourism e la sostenibilità del turismo.
Le attività inerenti all’esportazione e commercializzazione agricola torneranno alla Camera di Commercio e tutti i progetti legati all’innovazione saranno riuniti nel NOI Techpark.
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