Politica
Minacce a Urzì, Galateo: “Questione ridicola? La mia famiglia ha pagato con il sangue la violenza di certa politica”
“Leggo con dispiacere sul quotidiano Dolomiten le parole del collega consigliere comunale della Svp Berger dove definisce ‘ridicola’ la polemica legata al rinvio dei contributi degli Schützen in attesa di una condanna da parte loro della violenza espressa con una lettera minatoria che li cita. Presa di posizione inaccettabile e pericolosa“.
Queste le parole del consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Bolzano, Marco Galateo, che commenta così la vicenda legata al rinvio sulla decisione per lo stanziamento dei contributi destinati ad alcuni progetti degli Schuetzen, a causa della vicenda che li vedeva citati in una lettera minatoria fatta recapitare nei giorni scorsi al consigliere provinciale di FdI/AANC, Alessandro Urzì.
“Nell’attentato del 1965 a Sesto Pusteria uno dei due Carabinieri morti per mano di terroristi pantirolesi era un cugino di mio padre. Ancora oggi, nel mondo estremista tedesco, c’è chi vorrebbe far credere che si trattasse invece di un intervento dei servizi segreti italiani. Peraltro senza alcuna ragione razionale.
La lettera inviata ad Urzì con minacce di morte ‘di sangue italiano sulle strade’ – continua Galateo – senza una presa di distanza degli Schützen, citati nella lettera, non può essere archiviata come una questione ridicola. Il comandante provinciale dei cappelli piumati Anderlan ha dovuto arrivare alle dimissioni proprio per aver esagerato nei toni”.
“Nella seduta di commissione cultura in cui su richiesta dell’esponente di Fratelli d’Italia è stata rinviata la votazione sul contributo alla Schützenkompanie Bozen, anche grazie al voto dello stesso Berger, era stato chiarito e fatto mettere a verbale che non si ritenevano responsabili gli associati della lettera minatoria e non sono state chieste le scuse, come falsamente o distrattamente dichiarato dal pentito Berger.
E’ stato invece chiesto a tutte le componenti di condannare la violenza come strumento di azione politica e così è stato fatto da tutti i componenti della commissione. Risulta ancora pesante invece il silenzio proprio degli Schützen che, pur essendo citati nella lettera minatoria come soggetto tutelato dalla forza della violenza, non ha ancora sentito la necessità di distanziarsi dal messaggio violento. Questo si chiede: chi vuole contributi pubblici (ma non solo) deve espressamente ripudiare la violenza. Non vorrei che la confusione creata e definita ‘ridicola’ fosse solo una scusa per non condannare certi gesti“, conclude il consigliere.
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