Italia & Estero
Oggi è la Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari

La violenza contro gli operatori sanitari è diventata una delle minacce più gravi per la sanità, con numeri che parlano chiaro: uno su due dei professionisti del settore subisce aggressioni, e l’Italia è tra i paesi europei con il tasso più alto di violenze nei confronti di chi lavora nelle strutture sanitarie.
Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ha espresso preoccupazione per una situazione che definisce «un’epidemia silenziosa», una realtà allarmante che minaccia non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la qualità delle cure e la fiducia nel sistema sanitario.
Il 51% degli operatori sanitari ha subito almeno un’aggressione durante la propria carriera. Le aggressioni sono particolarmente gravi tra gli infermieri, che rappresentano il gruppo più vulnerabile, con un’incidenza del 76,6% di violenze registrate.
I dati sono ancora più inquietanti considerando che un terzo di questi episodi è perpetrato da pazienti con disturbi psichici o dipendenze. Le aree più a rischio sono la psichiatria (36,2%) e il pronto soccorso (33,4%).
Oltre alla violenza fisica, De Palma evidenzia un altro aspetto devastante: le aggressioni sono la seconda causa di disagio mentale tra i professionisti sanitari, subito dopo la disorganizzazione degli ospedali.
Questi episodi contribuiscono in modo significativo al fenomeno del burnout, che colpisce il 25% degli infermieri e il 22% dei medici, e spingono un terzo degli operatori a considerare seriamente di abbandonare la professione.
In Italia, già nei primi nove mesi del 2024, oltre 20.000 infermieri si sono dimessi, a causa delle condizioni di lavoro precarie e della crescente violenza.
De Palma sottolinea che, nonostante i recenti interventi normativi da parte del Governo, incentrati sull’inasprimento delle pene, il fenomeno delle aggressioni non è stato contrastato efficacemente. La prevenzione continua a essere insufficiente e il personale sanitario è lasciato troppo spesso senza adeguato supporto.
Il sindacato Nursing Up chiede interventi urgenti e strutturali, tra cui:
Presidi di sicurezza attivi 24 ore su 24 nelle strutture sanitarie, con particolare attenzione alle ore notturne, in cui si verifica il 25% delle aggressioni.
Procedure rapide e automatiche di denuncia, con una protezione legale per gli operatori e l’obbligo per le aziende sanitarie di costituirsi parte civile.
Supporto psicologico per le vittime di violenza, per aiutarle a superare il trauma e a continuare a lavorare in un ambiente sicuro.
Campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini a rispettare il personale sanitario.
Nuove assunzioni per ridurre il carico di lavoro e prevenire il burnout, migliorando la qualità del servizio e rasserenando i pazienti.
«I dati sono inequivocabili: la violenza contro gli operatori sanitari è fuori controllo e continua a crescere. Non possiamo più limitarci a condannare gli episodi dopo che si sono verificati. Servono interventi immediati e strutturati. Gli ospedali devono diventare luoghi sicuri per chi lavora e soprattutto per chi si cura. È tempo di agire, non più di lasciar correre», conclude il Presidente del Nursing Up.
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