Italia ed estero
Passa la legge delega sul salario minimo: caos in Aula: ecco cosa sta succedendo
L’opposizione ha reagito con veemenza alla decisione dell’Aula della Camera di concedere il via libera al governo per bloccare la proposta di legge sull’istituzione del salario minimo, esclamando in coro “vergogna, vergogna” ed esponendo cartelli con la scritta “Salario minimo negato”. Con 153 voti a favore, 118 contrari e 3 astenuti, il testo è ora destinato al Senato, ma non prima che una burrascosa siutazione in Aula portasse alla sospensione della seduta durante la votazione.
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha reagito duramente definendo la decisione della Camera “Una sberla agli sfruttati“. Ha accusato il governo di aver sabotato il salario minimo, svuotandolo di significato e trasformandolo in qualcosa di diverso, un comportamento che lei ha definito offensivo. Tuttavia, ha assicurato che l’opposizione continuerà la sua lotta e collaborerà con le altre forze oppositive per trovare un modo per far progredire la questione del salario minimo, facendo riferimento alle firme precedentemente raccolte sul tema.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato l’agitazione in Aula: definendola con un sorriso, “L’apparente ipocrisia di alcuni partiti che sostengono il salario minimo ma non lo hanno implementato durante i loro anni al governo“. Ha anche criticato alcuni sindacati che, secondo lei, rivendicano il salario minimo in piazza, ma accettano contratti collettivi che offrono retribuzioni poco più di cinque euro all’ora. Meloni ha esortato alla coerenza in queste posizioni.
Dai sindacati, il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha commentato il risultato del voto affermando che il progetto di un salario minimo legale uniforme è stato sconfitto a favore di un’approccio che enfatizza il potenziamento della contrattazione collettiva e il trattamento economico dei contratti più diffusi. Ha sottolineato poi l’importanza di questa impostazione e ha dichiarando: ” Si apre ora una nuova pagina”, sottolineando la necessità di una via contrattuale per garantire un salario dignitoso.
Prima del voto, le opposizioni avevano già dato battaglia ritirando le firme dalla proposta di legge, e il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, aveva ritirato il testo in segno di protesta simbolica. Questo gesto è stato un modo per esprimere il dissenso dopo l’approvazione di un emendamento del centrodestra in commissione Lavoro, che ha di fatto eliminato la proposta di legge dell’opposizione sul salario minimo, affidando al governo la delega per trovare una soluzione entro sei mesi.
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