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Alto Adige

Prima casa, 17 mesi per il contributo. Urzì: “Pandemia scusa per ogni ritardo, la Provincia rispetti i tempi del privato”

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Diciassette mesi per ottenere la liquidazione del contributo a fondo perduto per l’acquisto della prima casa. Un tempo di attesa molto lungo che spesso mette in difficoltà chi per comperare casa ha già acceso un mutuo e in attesa dei soldi della Provincia deve far ricorso ad un ulteriore prestito su cui pagare gli interessi. I motivi di tanta lungaggine il consigliere provinciale Alessandro Urzì li ha chiesti direttamente all’assessore provinciale all’edilizia abitativa Waltraud Deeg.

La risposta è disarmante – fa sapere Urzì – . La Provincia non ha personale a sufficienza in relazione all’alta mole di domande presentate, considerato anche che una notevole quantità di risorse (umane) è investita nelle consulenze allo sportello o tramite mail e telefono o per gestire – per conto dei cittadini – alcuni adempimenti come l’annotazione del vincolo nel libro fondiario. Servizi importanti ma che dovrebbero essere marginali all’evasione delle richieste di contributo.

Causa pandemia – ma non c’è da starne allegri –  il numero delle richieste è diminuito e di conseguenza tra qualche mese sarà evidente una riduzione dei tempi di elaborazione. Tempi però presumibilmente destinati – in assenza di provvedimenti – a riallungarsi una volta ristabilita la normalità  post virus“.

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Insomma, un bel pasticcio – continua Urzì – . Le persone comprano casa, si indebitano, aspettano come manna dal cielo il contributo a fondo perduto della Provincia, ma  spesso devono fare ricorso ulteriormente alle banche con altri costi non trascurabili”.

A febbraio 2021 – Urzì cita la risposta dell’assessore Deeg – sono state approvate le domande presentate fino a settembre 2019. Dalla presentazione all’approvazione della domanda trascorrono quindi circa 17 mesi. Dalla consegna di tutti i documenti necessari per l’autorizzazione al pagamento all’effettiva liquidazione del contributo, passano circa otto mesi.

Otto mesi per evadere le pratiche – prosegue il consigliere di Fratelli d’Italia – in un settore strategico come quello della casa sembrano veramente troppi. Nel privato questi tempi sarebbero considerati inaccettabili. La pandemia oramai è usata come scudo ad ogni criticità della pubblica amministrazione. Ma i tempi di attesa fuori misura si protraggono da ben prima del virus.  In realtà, la Provincia che per certi versi si atteggia a prima della classe, soprattutto nei confronti del resto del Paese, dimostra invece lacune insospettabili. Ma che penalizzano chi investe in un mercato, quello immobiliare, per tanti versi già svantaggiato da prezzi di acquisto delle abitazioni carissimi e sempre tra i più alti d’Italia. Senza il sostegno della mano pubblica comperarsi una casa per molti resterà un sogno, con i tempi biblici per ottenere il contributo, spesso si trasforma in un incubo”.

È auspicabile – conclude Urzì – che la Provincia provveda al più presto a coprire i posti vacanti ed a razionalizzare l’attività del servizio, per rendere accettabili i tempi di evasione delle pratiche. La nuova legge provinciale dell’edilizia abitativa ne dovrà tenere conto”.

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