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Alto Adige

Ricerca, un milione di euro per 7 progetti di mobilità internazionale

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L’Ufficio ricerca scientifica ha pubblicato il decreto di assegnazione dei fondi per la mobilità destinato a 7 ricercatrici e ricercatori internazionali fra i 30 e i 55 anni.

A partire dal 2020 gli assegnatari del finanziamento svolgeranno da 6 a 24 mesi in istituzioni ed enti di ricerca dell’Alto Adige. Il finanziamento ammonta a poco meno di 1 milione di euro, il 20% in più rispetto a quanto stanziato nell’edizione precedente del bando.

Un investimento importante, essenziale per far crescere il territorio e per aumentare l’attrattività nei confronti di nuovi cervelli” ha sottolineato il presidente della Provincia Arno Kompatscher.



Come funziona il bando: regole e progetti

L’iniziativa a favore della ricerca scientifica sostiene sia periodi di ricerca all’estero per chi opera in provincia di Bolzano sia progetti di ricerca da svolgere con un ente altoatesino da parte di studiosi internazionali.

Nel caso della seconda edizione del bando, deliberato a giugno scorso dalla Giunta provinciale, tutti e 7 i ricercatori operano attualmente in Italia o all’estero e verranno adesso in Alto Adige per svolgere uno specifico progetto di ricerca.

“Tutti i progetti sono stati reputati dal Comitato tecnico di alta qualità e arricchiranno la ricerca in Alto Adige di spunti innovativi, restituendo visibilità e reputazione a livello internazionale” prosegue il presidente Kompatscher.

Molteplici i temi trattati: il riutilizzo del materiale di scarto della lavorazione del grano e della produzione di birra biologica locale, una comparazione fra Alto Adige, Tirolo, Trentino e Stiria sul federalismo e sulla partecipazione dei cittadini alla vita democratica, l’introduzione dell’industria 4.0 nelle piccole imprese, gli effetti su frane e canali di eventi meteorologici estremi nel territorio locale e l’integrazione culturale della comunità islamica in Alto Adige.

Aumentano i progetti di ricerca: nel 2018 erano 6

Obiettivo è promuovere l’internazionalizzazione dell’attività scientifica dell’Alto Adige. Il direttore della Ripartizione innovazione, ricerca e università Vito Zingerle sottolinea il valore di progetti di questo tipo per sviluppare la ricerca sul territorio e arricchire il panorama scientifico di nuovi spunti e approcci innovativi.

Le domande per il bando 2019 sono in crescita rispetto alla prima edizione 2018, quando erano stati 6 le ricercatrici e i ricercatori a candidarsi: tutti appartenenti a enti internazionali, stanno attualmente lavorando in Eurac Reserach, Unibz e Laimburg a progetti che spaziano dalle scienze sociali alle tecnologie.

Il ricercatore della Serbia Nikola Dordevic, 39 anni, nel laboratorio “Aromi e mataboliti” di Laimburg al NOI Techpark di Bolzano applica all’agricoltura e alla coltivazione di mele e viti la sua formazione statistica sull’analisi di grandi numeri di dati per autenticare la qualità dei prodotti agroalimentari.

In particolare Dordevic si occupa di analizzare il profilo metabolico di un organismo (ossia come questo organismo funziona) per ricavarne un’istantanea della fisiologia di quella cellula specialmente in caso di malattia della pianta stessa.

Il mio lavoro consiste nel correlare ed integrare dati provenienti da strumenti analitici, dati fenotipici e sensoriali delle piante: questo può offrire una corretta caratterizzazione dei prodotti locali con importanti novità e informazioni per l’agricoltura ed il mercato altoatesino” spiega Dordevic.

Finanziati anche gli studi di un “talento di ritorno”

Un talento di ritorno è invece Simon Unterholzner, 32 anni, originario di Lana, esperto di fisiologia delle piante con studi a Monaco di Baviera e all’università La Sapienza di Roma che ad aprile 2019 ha iniziato un progetto di 2 anni alla facoltà di Scienze e tecnologie di Unibz.

Unterholzner studia geni che controllano come le piante rispondono alle condizioni dell’ambiente circostante, ad esempio alla presenza di acqua o nutrienti.

Mi piacerebbe restare anche in futuro a lavorare in Alto Adige, ma certo dipenderà dal contesto accademico e da come questo si svilupperà” spiega Unterholzner, che si dice soddisfatto per la possibilità di lavorare in provincia grazie al finanziamento del bando.

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