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Politica

Sanità, Bartolazzi a Bolzano:”Risolvere i problemi del sistema altoatesino. Importanti accordi in linea con il resto d’Italia”

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Il sottosegretario alla salute Armando Bartolazzi è venuto in visita oggi all’ospedale di Bolzano per parlare dei problemi della Sanità altoatesina alla presenza dei suoi vertici e di una rappresentanza dei vertici della Anaao.

Una visita che segue a quella della mattinata in Trentino, dove Bartolazzi ha ribadito il favore della ministra Giulia Grillo alla riapertura del reparto di ostetricia di Cavalese.

In compagnia del candidato capolista dell’Alto Adige per il M5s Diego Nicolini e di Costantino Gallo, direttore dell’UOSD Progetti e Ricerca clinica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova e grande conoscitore della sanità altoatesina, il sottosegretario ha confermato la non diversa posizione rispetto alla possibilità di riapertura dei punti nascita di San Candido e Vipiteno.

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Da Roma ci si aspetta in futuro l’atteso via libera previo voto della commissione che, come avverrà nel caso della Val di Fiemme, dovrà esprimersi a favore della concessione della deroga.

Anche in questo caso Bartolazzi ha riconosciuto la funzione indispensabile di questi punti nascita, così come il capolista per i pentastellati altoatesini Diego Nicolini, che ha confermato l’importanza della riapertura sia di San Candido che di Vipiteno, sottolineando quanto la posizione del ministero sia affine ai punti cardine del programma del M5s per la prossima legislatura.

Al centro della discussione tecnica ed istituzionale vi è anche l’analisi sulle mancate performance di un sistema sanitario locale che vale un miliardo e 300 milioni e che, nonostante questo, soffre di criticità importanti in molti dei suoi comparti.

Criticità che comprendono, tra le altre, anche l’annoso problema delle liste d’attesa.

Tra i punti di confronto anche la misura dei compensi. Gli stipendi dei dirigenti altoatesini, di fatto tra i più alti d’Italia, sollecitano la curiosità ministeriale.

La causa, si è detto, è della concorrenza austriaca quale sistema di confine. Ma proprio sul rapporto con il sistema sanitario nazionale estero la questione si complica: modalità di attribuzione che non sono rispettose degli accordi presi con lo Stato, è stato sottolineato, verranno di fatto ridiscusse.

E ancora si è parlato della posizione del Ministero sui cosiddetti medici di fascia B, ovvero gli specializzandi: la recente Legge provinciale “Omnibus”, che concederà ai medici in attesa di specializzazione di operare all’interno dei presidi ospedalieri altoatesini, è di fatto una disposizione legittima in Alto Adige ma illegale nel resto d’Italia.

Una questione rispetto alla quale “il ministero metterà in atto tutte le azioni necessarie perché si rientri nei ranghi nella normalità e della legalità“.

A questo proposito, il dicastero della Salute tiene a sottolineare l’importanza di tenere una posizione omogenea che valga per tutto il territorio italiano e la centralità dell’applicazione di una strategia unitaria  per sopperire alla mancanza di personale.

L’assunzione degli specializzandi dell’ultimo anno è vista con favore da Roma, a patto che la formazione sia attuata da enti universitari certificati a livello nazionale.

Per Roma non si può dunque parlare di una sanità sperimentale valevole solo per il territorio locale, una sorta di sanità 2.0 o sanità a due velocità.

Fughe in avanti, in sintesi, non sarebbero in linea con l’idea di strategie condivise con il resto del Paese. Principio valevole, per Bertolazzi, anche per le direttive sanitarie sui vaccini.

“La politica non si fa carico della modalità vaccinatoria obbligatoria, ma chiede alla medicina quali sono le vie da perseguire di volta in volta. C’è la necessità urgente di ricondurre l’analisi sulla questione dei vaccini al suo settore di appartenenza, che è quello scientifico ed epidemiologico, slegato da condizionamenti ideologici e dal bombardamento mediatico“, ha ribadito il sottosegretario.

E sulla questione Zerzer il principio della coerenza di un sistema che guardi a regole condivise non cambia: al di là della indiscussa professionalità che contraddistingue Florian Zerzer, la modalità di nomina del nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, anche in questo caso, non rispetta gli accordi presi con lo Stato, in assenza dei requisiti dell’appartenenza del nuovo dg alla graduatoria nazionale.

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