Politica
Scaldacollo, Report “condanna” la Provincia. Vettori: “C’è un’inchiesta, la tv pubblica non si erga a giudice”
Carlo Vettori, Consigliere di Alto Adige Autonomia, si dice “esterrefatto dal capzioso reportage” trasmesso ieri sera, lunedì 8 giugno, dalla trasmissione di RaiTre Report.
“I contribuenti, anche quelli altoatesini, pagano il canone per ricevere un dis-servizio pubblico. Dietro le mentite spoglie del giornalismo d’inchiesta serio e credibile si smerciano giudizi gratuiti e tendenziosi apostrofando la nostra provincia come un territorio governato con “la politica dei cugini” e dispensando sentenze di condanna non richieste“, dichiara il capogruppo di AAA.
Sul “caso” delle mascherine e dei dispositivi di protezione sanitaria ritenuti non a norma, così come sulla questione degli scaldacollo, “è in corso un’inchiesta da parte della magistratura e, fino a prova contraria, per l’ente pubblico così come per i cittadini di questo Paese vige ancora la presunzione di innocenza, non quella di colpevolezza“, rammenta Vettori.
“La giustizia segua il suo corso e la commissione d’inchiesta pluripartisan che vede schierati Consiglieri provinciali di maggioranza e opposizione sta facendo il suo lavoro – spiega il politico di Alto Adige Autonomia -. Ma di certo il nostro territorio, che vive di turismo, non ha bisogno che una trasmissione così seguita e accreditata a livello nazionale si permetta di cavalcare ad arte una polemica pretestuosa infangando l’immagine del Sudtirolo“.
Nel servizio di Report gli interventi adottati da Palazzo Widmann per gestire la pandemia vengono indicati come “decisioni originali” prese “in maniera un po’ troppo sfacciata“, sentenziando che “in un territorio di 500mila abitanti è facile che si intreccino gli interessi dei parenti“, cosa che non è piaciuta a Vettori che conclude:
“Un’ironia tagliente di certo non nuova per la trasmissione che, ergendosi a giudice, si fa beffa di un’amministrazione pubblica che andrebbe lodata e ringraziata per essere intervenuta tempestivamente e con buon senso cercando di tamponare l’emergenza sanitaria in un momento in cui le forniture di mascherine e tute per il personale sanitario erano bloccate alle dogane degli altri Paesi per essere inviate a mercati più appetibili – ricorda Vettori -.
Ammesso e non concesso che l’autorità giudiziaria stabilisca che qualcuno ha sbagliato, non va dimenticato che la Provincia di Bolzano ha agito nell’interesse superiore e prioritario della salvaguardia dei cittadini, non restando con le mani in mano ed evitando che in Alto Adige potesse ricrearsi un secondo caso Lombardia“.
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