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“America is back”: l’imperialismo di Biden ed il pericolo europeo

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A pochi giorni dal vertice Nato di Bruxelles è necessaria una riflessione sulla visione interventista di John Biden e sulle conseguenze per l’Europa. Dopo gli anni dell’isolazionismo dell’ex Presidente americano Trump, l’America si appresta ora con il nuovo Presidente ad un nuovo interventismo, appellandosi all’articolo 5 degli accordi Nato. L’Alleanza Atlantica afferma che un attacco armato verso uno o più alleati della Nato si considera come atto contro ogni componente ed ognuno può decidere le eventuali azioni da intraprendere per ristabilire la sicurezza, compreso l’uso delle forze armate.

America is back– come proclama orgoglioso Biden con il suo nuovo imperialismo, che mira a garantire all’America il podio della gerarchia mondiale; un’egemonia economica, politica e militare. Le potenze del globo orientale, Cina e Russia in testa, non stanno certo a guardare in silenzio e dichiarano che un possibile conflitto sarebbe catastrofico per gli Stati Uniti. La Cina ha fatto sapere che ‘approccio imperialista’ in politica estera del globo atlantico, è un approccio da “guerra fredda” ed un eventuale conflitto sarebbe catastrofico. 

Che ruolo ha l’Europa in tutto questo?

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Il nostro continente si trova a metà strada tra America e la Russia/Cina e quindi primo polo d’attacco come cuscinetto di difesa americana. Non dimentichiamo anche di sottolineare che l’Italia è una “colonia americana”; con le sue 113 basi Nato, i circa 13.000 soldati americani stanziati sul nostro territorio, le 70 bombe atomiche di cui 20 nella base bresciana di Ghedi e altri 50 ordigni nei bunker di Aviano, viviamo inconsciamente sereni su di una polveriera.

D’alto canto ‘se l’Unione Europea continuerà a dipingere Cina e Russia come nemici sarà il suo suicidio economico e politico’. Questo spiega Fabio Massimo Parenti, ricercatore e docente di geopolitica e geoeconomia presso l’università cinese per gli affari cinesi. L’Europa rischia di trovarsi al centro di un conflitto geopolitico, il cui prezzo potrebbe essere pagato proprio dai cittadini europei e quindi anche per noi italiani, in termini di benessere economico e di sicurezza mondiale.

In Italia siamo perciò tra l’incudine ed il martello. Tutto questo mentre la popolazione è concentrata su un virus che poco ha di ‘questione sanitaria’ e tanto invece di ‘puzza politica’.

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Quando tutti ce ne renderemo finalmente conto saremo nel bel mezzo di una guerra incandescente, senza aver visto un solo carro armato; solo allora forse si eliminerà dal vocabolario la parola complottista sostituendola con ‘lungimirante‘. Purtroppo illusorio è dire che andrà di certo tutto bene!“.

Il contributo per La Voce di Bolzano è di Cristina Barchetti, coordinatrice regionale di Vox Italia.

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