Alto Adige
Agricoltori in marcia verso Bolzano per protestare contro la burocrazia UE
Sabato 17 febbraio le strade di Bolzano vedranno un corteo insolito: trattori guidati da agricoltori locali che si uniscono alle proteste europee contro le politiche agricole dell’Unione Europea. Günther Ambach, vicepresidente del gruppo “Zukunft Landwirtschaft”, ha dichiarato che l’obiettivo non è paralizzare la città ma attirare l’attenzione sulle crescenti difficoltà causate dalla regolamentazione europea.
Nonostante il gruppo, che conta circa 300 soci, inclusi alcuni influenti come il consigliere provinciale Jürgen Wirth Anderlan, stia organizzando la protesta, importanti associazioni agricole come il Bauernbund e la Coldiretti di Alto Adige non parteciperanno. Queste organizzazioni, pur condividendo lo spirito di solidarietà con gli agricoltori europei e italiani, hanno deciso di non aderire alla manifestazione. Sottolineano che il problema principale sono le politiche UE e non l’attuale governo italiano, che attraverso il ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida sta cercando di difendere il settore, ad esempio mantenendo le agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo per il 2024.
In una recente intervista rilasciata al quotidiano Alto Adige, Leo Tiefenthaler, presidente uscente del Bauernbund, ha espresso la sua posizione. Il Bauernbund, che presto eleggerà un nuovo presidente, preferisce dare spazio al nuovo governo regionale e al neoeletto assessore all’agricoltura per lavorare senza pressioni. Tiefenthaler ha evidenziato che le manifestazioni dovrebbero svolgersi a Bruxelles e Strasburgo, luoghi nevralgici delle decisioni europee che impattano il settore agricolo.
Nonostante le sfide, Tiefenthaler ha riconosciuto che in Alto Adige gli agricoltori hanno trovato modi per adattarsi, integrando l’agricoltura con attività come l’agriturismo e la vendita diretta. Le cooperative locali, inoltre, offrono prezzi competitivi per prodotti come latte, mele e uva, sostenendo così il reddito dei coltivatori.
Anche la Coldiretti locale si è espressa contro la politica europea, attribuendole la responsabilità delle difficoltà del settore, aggravate dalle misure severe previste dal Green Deal.
Nonostante le prospettive positive presentate da Tiefenthaler, Günther Ambach ha segnalato problemi significativi, come i costi di produzione insostenibili e la chiusura di oltre 100 aziende lattiero-casearie nel 2023, oltre alla vendita di 25 masi. La situazione in Alto Adige riflette quindi un panorama misto, con speranze e sfide che coesistono nel quotidiano dei suoi agricoltori.
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