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Assistenza alla prima infanzia, Verdi: “Alto Adige in ritardo”

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Da molti anni il tema dell’assistenza alla prima infanzia polarizza il dibattito politico. Sulla pelle della “madre snaturata” e della “mamma chioccia” si scontrano le opposte visioni del mondo e così sul tema della sistemazione dei bambini sono state sviluppate le diverse visioni di famiglia.

Questa mattina se ne è discusso a Palazzo Widmann nel corso della conferenza “Assistenza all’infanzia: Cantiere o modello ottimale?“.

Scrivono i Verdi altoatesini: “Anche in Consiglio provinciale abbiamo potuto assistere ad amare discussioni e scenate sul tema. Parole come „Fremdbetreuung” (assistenza da parte di estranei) e “scaricare” erano di uso quotidiano nei dibattiti sulla famiglia.



Ora la realtà ha avuto il sopravvento sulla discussione ideologica. La “famiglia tradizionale“, che prevede padre lavoratore con stipendio, madre casalinga senza stipendio e uno o più bambini che vengono accuditi a casa, esiste ancora, ma è sempre più rara.

Volenti o nolenti, molte famiglie oggi sono strutturate in maniera diversa. Le madri lavorano sempre di più fuori casa, i padri desiderano avere più tempo per i propri figli, nonni e nonne intervengono solo relativamente, anche perché spesso sono anche loro attivi lavorativamente.

Così oggi possiamo osservare le varie situazioni problematiche che si presentano, andando oltre il dibattito ideologico. Anzi, lo dobbiamo fare. Perché per decenni si è trascurato di fare il lavoro preliminare necessario. E così ci sono ancora paesi nella nostra provincia dove le famiglie hanno grandi difficoltà a trovare una sistemazione per i loro figli e le loro figlie”.

Il modello della Tagesmutter è molto amato, ma allo stesso tempo crea una libera professione precaria e spesso sottopagata.

Nelle microstrutture lavorano donne che per uno stipendio imbarazzante offrono alla comunità un servizio immensamente importante. I nidi esistono solo nei centri cittadini. Genitori che restano a casa rinunciano a entrate che poi si ripercuotono negativamente sul benessere e sulle pensioni.

Prima conclusione: in Alto Adige siamo in ritardo. I problemi si accumulano e su molti aspetti c’è bisogno di fare chiarezza. Come partiti di opposizione ci siamo uniti per ascoltare le diverse persone direttamente coinvolte”.

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