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Bostrico in Alto Adige: 300 mila euro dalla Provincia per una ricerca

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Quali antagonisti naturali del bostrico – parassita dell’abete rosso attualmente molto diffuso nei boschi dell’Alto Adige – sono in grado di affiancare efficacemente l’uomo nel contrasto alla proliferazione di questo parassita?

Questa domanda è al centro di un progetto di ricerca che sarà avviato dal Centro di competenza Salute delle piante della Libera Università di Bolzano, dall’Istituto per l’osservazione della Terra, l’Istituto per l’ambiente alpino e dal Center for Sensing Solutions di Eurac Research, con la collaborazione dell’Università di Padova, l’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita applicate (BOKU) di Vienna e la Ripartizione foreste.

A tal fine la Giunta provinciale mette a disposizione 300.000 euro dal Fondo per la scienza. “Abbiamo conoscenze e competenze in Provincia e vogliamo impiegarle con profitto per combattere il bostricoafferma il presidente provinciale, Arno Kompatscher, il cui Dipartimento è responsabile dell’agenda scientifica e di ricerca.



Obiettivo: prevedere lo sviluppo della popolazione, trasformare gli antagonisti in alleati 

L’attuale proliferazione di massa del bostrico sta causando enormi danni ai boschi dell’Alto Adige. I danni vanno ben oltre la svalutazione economica del legno: nel frattempo anche importanti infrastrutture sono minacciate dall’infestazione dei relativi boschi di protezione. “Il bostrico dell’abete rosso è sempre stato presente nei boschi altoatesini – afferma l’assessore provinciale, Arnold Schuler – ma fino all’anno scorso non si erano mai verificati danni tali da richiedere un intervento coordinato e di portata provinciale”. In realtà il bostrico non è solo un parassita. “Fino a pochi anni fa, nei nostri boschi, la densità della popolazione di coleotteri che attaccava gli abeti rossi indeboliti era bassa.

Questo parassita secondario, che normalmente non attaccherebbe gli alberi sani i quali sono in grado di difendersi dall’infestazione, sarebbe un insetto benefico che, causando la morte degli alberi indeboliti, avvierebbe la decomposizione del legno” spiega Hannes Schuler che, sotto la direzione di Tanja Mimmo, responsabile del Centro di competenza Salute delle piante della Libera Università di Bolzano, sta portando avanti il progetto.

Le pesanti nevicate e i danni causati dal vento degli ultimi anni hanno danneggiato in modo significativo i boschi altoatesini, tanto da favorire una diffusione esplosiva del bostrico. La Provincia semplicemente non disponeva delle risorse atte a rimuovere tempestivamente il legno danneggiato dei boschi così, l’estate scorsa, il bostrico si è diffuso in modo esponenziale.

Il progetto mira a investigare nel breve termine gli aspetti più importanti della biologia di questo coleotterospiega Tanja Mimmo al fine di prevedere lo sviluppo della popolazione, nonché di trovare possibili antagonisti che possano limitarne lo sviluppo. Nel medio termine mira a stabilire metodi per individuare precocemente gli alberi colonizzati e quindi ridurre al minimo la proliferazione della popolazione. Infine, a lungo termine, a sviluppare strategie per rendere le foreste altoatesine resilienti ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze”.

Normalmente, il bostrico è tenuto sotto controllo da una serie di antagonisti. “Tuttavia, non è stato possibile arrestare una proliferazione di massa come quella in corso in Alto Adige” – afferma Hannes Schuler. Nonostante 200 anni di ricerca, il ruolo degli antagonisti naturali è stato esaminato molto poco.

Il progetto appena approvato mira ad acquisire nuove e significative conoscenze finalizzate a un miglior controllo futuro di questo parassita. “Tra gli insetti utilispiega Hannes Schuler – possiamo considerare i coleotteri predatori come il cleride formicario, i parassitoidei (vespe parassite), ma anche numerosi patogeni, come ad esempio i microrganismi. In un progetto Interreg Dolomiti Live abbiamo studiato il ruolo di batteri e funghi, i quali assolvono una funzione importante nella biologia del coleottero. Sui coleotteri abbiamo anche rilevato numerosi acari e nematodi, ma attualmente si sa molto poco sulla loro funzione”.

Le conoscenze relative al progetto Interreg devono essere approfondite. Funghi, batteri, nematodi e acari vengono già utilizzati con successo in agricoltura come antagonisti biologici. “Per trovare una strategia contro il bostrico, la promozione specifica di antagonisti naturali ha sicuramente del potenziale” affermano i ricercatori.

Uno sguardo dallo spazio sui boschi dell’Alto Adige

Un ulteriore punto del progetto si sviluppa a livello tecnico: il telerilevamento satellitare consente di individuare in modo tempestivo le infestazioni di coleotteri. A questo scopo, gli scienziati di Eurac Research utilizzano il satellite Sentinel-2, inviato nello spazio nell’ambito del programma Copernicus.

Questo satellite è stato progettato per registrare, in dettaglio e a brevi intervalli, i cambiamenti della superficie terrestre. Scopo del progetto è scoprire se il satellite è adatto al monitoraggio dell’infestazione da bostrico, quali intervalli di lunghezze d’onda consentono di rilevare precocemente l’infestazione da parte di questo coleottero e quali serie temporali sono adatte allo scopo.

Inoltre, questo sistema satellitare, sarà utile a creare la base per una nuova mappatura dei boschi di protezione. Nella parte finale del progetto, un efficiente modello di paesaggio forestale viene utilizzato per visualizzare gli scenari futuri di sviluppo dei boschi sotto l’influenza dei cambiamenti climatici e delle perturbazioni naturali, come i danni causati dal vento, nonché della gestione forestale.

Il simulatore ha un proprio modulo che può essere utilizzato per simulare lo sviluppo del bostrico e capire come i danni da esso causati potrebbero mutare in caso di accrescimento dello stress da siccità e delle perturbazioni ventose. I dati del progetto saranno utilizzati anche per migliorare la costruzione di un modello sul bostrico e fornire suggerimenti per la gestione delle aree boschive.

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