Alto Adige
CNA-SHV: “Basta con i panini in cantiere, è mortificante. Dignità per la pausa pranzo dei lavoratori”
“Basta panini in cantiere!“. Un messaggio conciso e diretto, quello che lancia il presidente di CNA-SHV manda al presidente della Provincia, in attesa della nuova ordinanza per il contenimento della pandemia.
“Gli operai edili, così come gli impiantisti, i serramentisti, i carpentieri – argomenta Corrarati – lavorano almeno 8 ore al giorno in cantiere, spesso all’aperto o con finestre aperte, in inverno al freddo. La pausa pranzo non è un vezzo, ma una necessità fisica di ristoro per un lavoro che, oltre alla competenza manuale, richiede un elevato dispendio di energia fisica. Datori di lavoro, collaboratori e autonomi della filiera dell’edilizia hanno collaborato, nell’ultimo mese e mezzo, rispettando le regole di sicurezza, le distanze, l’igiene, i test periodici e il pranzo in cantiere con un panino, senza poter fruire di mense, bar, ristoranti, chiusi persino per la vendita da asporto. Adesso è il momento di cambiare passo“.
“In edilizia – aggiunge Corrarati – abbiamo prontamente adeguato il protocollo di sicurezza del Comitato paritetico edile, i contagi sono davvero pochissimi, i responsabili di cantiere controllano ogni dettaglio. Lavorare a nastro continuo senza una pausa decente non è degno del mondo del lavoro del terzo millennio, per il quale i sono battuti le parti sociali“.
“Per il governo siamo in zona arancione – prosegue Corrarati – classificazione che non può essere modificata, viste anche le recenti prese di posizione della Corte Costituzionale sui conflitti di competenza. Allora proviamo a dare una risposta e un po’ più di dignità al mondo edile. Apprezziamo il fatto che le aziende edili hanno potuto continuare a lavorare. Ma è anche vero che un lavoratore, che inizia la mattina presto nei cantieri, in una stagione che non è ancora calda, non ha possibilità fino a sera di trovare ristoro e un piatto caldo. Da settimane si pranza solo con panini imbottiti.
Chiediamo alla Provincia di riaprire le mense ed i ristoranti con servizio mensa, oltre che i bar che somministrano pasti, almeno per chi opera in ambienti di lavoro usuranti. Abbiamo messo sempre al centro di ogni scelta pandemica, in questi mesi, la salute delle persone. Adesso che il “colore pandemico” lo permette, proviamo a pensare alle maestranze dei cantieri, affinché non debbano attendere dopo Pasqua per mangiare un piatto caldo. Si rivedano i protocolli, se necessario si inaspriscano le regole, ma si dia un pasto caldo a chi lavora“.
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