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CO2 per raffreddare i sotterranei della metro: Copenhagen sceglie la soluzione green ideata da un altoatesino

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L’anidride carbonica come prima alleata per raffreddare edifici e data center, in maniera completamente green e in totale sicurezza.
Una soluzione, questa, basata sulla CO2, così innovativa e sostenibile da essere applicata anche per la refrigerazione della metropolitana di Copenhagen, in Danimarca, regina della sostenibilità europea.

A «inventare» la soluzione, industrializzarla e portarla in Scandinavia è Mauro Mantovan, bolzanino, fondatore e amministratore delegato di HiRef, società nata nel 2001 e tra le più interessanti del cooling system italiano, ora parte del gruppo Galletti.

Nato a Bolzano 55 anni fa, diplomato al Galilei e cresciuto in via Resia, Mantovan, che si è poi laureato in ingegneria, guida un gruppo che fattura oltre 51 milioni di euro e impiega 172 persone.



Il mercato in cui opera Hiref, quello degli impianti per il condizionamento, è diventato, con lo sviluppo dei data center, centrale per la riduzione dei consumi energetici: un settore in cui bisogna unire risparmio, efficienza energetica, sostenibilità ambientale ed ovviamente profittabilità economica delle soluzioni.

Un compito non facile al giorno d’oggi: «Lavoriamo con grande flessibilità e su ordinazione. È l’unico modo per rimanere competitivi sul mercato» spiega Mantovan.

La metropolitana di Copenhagen ha il cervello altoatesino

HiRef ha realizzato per la sala server della metropolitana di Copenaghen quattro refrigeratori d’acqua condensati ad aria. Le unità, che creano un totale di 500 kW di potenza frigorifera, utilizzano il refrigerante naturale R744 in regime transcritico e sono realizzate con circuiti frigoriferi indipendenti a compressori modulanti.

«L’R744 è di fatto CO2, un gas naturale, non tossico, non infiammabile, e che non contribuisce alla riduzione dello strato di ozono e ha un effetto serra diretto estremamente basso. L’anidride carbonica, inoltre, è ampiamente disponibile – spiega Mantovan -. La macchina presentata dal nostro competitore costava la metà ma aveva un piccolo difetto per un impianto che va sottoterra: utilizzava liquidi refrigeranti infiammabili. I committenti hanno scelto noi, per l’enorme vantaggio sul piano della sicurezza».

I quattro refrigeratori installati sottoterra a Copenhagen hanno sostituito dei vecchi macchinari obsoleti, in siti che, tra l’altro, presentavano importanti vincoli architettonici per la posa.

L’alta efficienza energetica dell’impianto è stata ottenuta anche grazie all’innovativo sistema di ottimizzazione della pressione al gas cooler, che massimizza la resa in ogni condizione operativa (brevetto registrato da HiRef S.p.A.).

Il risultato è stato frutto della collaborazione tra il dipartimento R&D di HiRef e la controllata Tecno Refrigeration, competence center sulla CO2 del Gruppo. Negli stabilimenti HiRef di Tribano (PD) è stato eseguito un FAT test visionato in presenza del cliente ed è stata erogata la formazione tecnica al personale che si è occupato dell’installazione.

«Il tema della ricerca per noi è fondamentale – mette in chiaro Mauro Mantovan, ingegnere, fondatore e managing director dell’azienda -, tanto è vero che ogni anno ci investiamo quasi un milione di euro e 8 persone del nostro organico lavorano esclusivamente allo sviluppo di nuovi progetti».

L’utilizzo della CO2 per il raffreddamento viene utilizzata da HiRef soprattutto per il raffreddamento di armadi rack in sale server ad alta densità di carico termico.

HiRef e i suoi spin-off: un modello d’innovazione vincente

Soluzioni green che nascono da un’azienda che ha elaborato un personalissimo modello d’innovazione: diversi corporate spin-off, ovvero startup interne fatte nascere dalle menti di collaboratori dotati di grande capacità brevettuale.

«Quando un nostro collaboratore ha un’idea valida – spiega Mantovan – gli diamo tutti gli strumenti per costruire una nuova società e sviluppare la soluzione». È questo, ad esempio, il caso di Eneren, che sviluppa pompe di calore geotermiche e aerotermiche.

«Tramite le nostre soluzioni è possibile riscaldare e raffrescare gli ambienti in maniera completamente eco-sostenibile», spiega il ceo Alberto Salmistraro.

La startup sarà una delle protagoniste di Klimahouse Future Hub, la «città» dell’innovazione nel cuore della fiera Klimahouse 2020 a Bolzano, dove, dal 22 al 25 gennaio prossimi, saranno raccolte le migliori startup innovative nei settori dell’efficienza energetica e del risanamento in edilizia che potranno presentare i loro prodotti attraverso pitch dedicati, entrando in contatto con attori operanti nell’ecosistema locale e nazionale, concorrendo anche allo Startup Award.

In Hiref sono nate in questi anni ben sei aziende spin-off, tutte operative nel territorio padovano: un gruppo che ha raggiunto nel 2018 un fatturato complessivo di 51,2 milioni di euro, 35,1 dei quali generati dalla sola capogruppo.

Le persone occupate sono più di 280. Dal 2003 a oggi, sono state realizzate in azienda 34 tesi di laurea, non soltanto in ambito ingegneristico, in collaborazione con diversi atenei italiani e stranieri (Padova in primis, ma anche Trieste, Roma, Genova e Valencia).
Il 62% di questi «laureati in casa» è poi diventato dipendente di HiRef.

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