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Covid-19, Widmann sull’indagine ASTAT: “Più cautela sul decorso”

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L’assessore Widmann commenta i risultati dello studio ASTAT su opinioni e comportamenti della popolazione nei confronti della pandemia: “Serve cautela, la malattia può avere decorsi gravi“.

L’Istituto provinciale di statistica (ASTAT) nel gennaio 2021 ha effettuato un’indagine a campione sul tema Covid-19 ed i risultati dello studio, ora disponibili, sono particolarmente interessanti. Il sondaggio mostra che la maggior parte degli intervistati conosce molto bene le misure preventive e le trova facili da seguire. Indossare una mascherina, ventilare frequentemente gli ambienti o lavarsi le mani sono misure molto facili da seguire.

È anche facile seguire l’indicazione di ridurre al minimo i contatti. Solo il 3,6% degli intervistati ha affermato di non sapere come proteggersi dalle infezioni. Vi è un forte coinvolgimento della popolazione anche per quanto riguarda il mantenimento del distanziamento, l’isolamento obbligatorio per chi è risultato positivo e lo smart working. I gruppi di popolazione più anziana sono più disposti ad accettare le misure rispetto a quelli più giovani.



Nel complesso, gli altoatesini mostrano di essere preoccupati per la pandemia, ma non in maniera eccessiva. L’assessore alla salute, Thomas Widmann, invita alla cautela. “E’ preoccupante spiegail fatto che soprattutto le giovani generazioni (70 per cento) credano che, in caso di malattia, il decorso non sarebbe grave. Da quando abbiamo registrato la presenza delle varianti del virus nel nostro territorio non va sottovalutato il fatto che una percentuale di giovani ha avuto un decorso grave della malattia“. La popolazione più anziana, invece, evidenzia maggiore consapevolezza nei confronti della  malattia. “Purtroppo ciò è ancora troppo poco se si prendono in considerazione i possibili effetti reali della malattia sulla popolazione anzianaafferma  Widmann, ed in effetti il 43% degli over 65 ha affermato di non credere che in caso di malattia vi possa essere un decorso grave.

In questo momento di crisi, la popolazione altoatesina ha fiducia soprattutto nel personale che opera nel settore sanitario e nella Protezione civile. Degna di nota è anche l’elevata disponibilità al test. Quasi tutte le persone interpellate hanno dichiarato che si sottoporrebbero al test se sapessero di essere state in contatto con una persona risultata positiva. È inoltre positivo l’atteggiamento degli altoatesini anche nei confronti della vaccinazione: dall’indagine emerge che il 78% delle persone interpellate è disposta a farsi vaccinare. Gli intervistati si sono mostrati divisi in merito alle chiusure ed alle altre restrizioni.

Soprattutto la rinuncia completa alle lezioni in presenza rappresenta un problema per molte persone. Tuttavia, l’assessore alla salute è ottimista: “Da oltre tre settimane effettuiamo i test antigenici nasali due volte a settimana e possiamo quindi tenere aperte le scuole elementari per le lezioni in presenza. Da questa settimana hanno riaperto anche le scuole medie, siamo sulla buona strada“.

Il sondaggio conferma che in Alto Adige vi sono anche teorie del complotto in merito al Coronavirus e che dare loro spazio influenza il comportamento dei cittadini. Un’elevata percentuale di adesione a queste variabili corrisponde ad una minore disponibilità a collaborare nel follow-up dei contatti, sia in termini di disponibilità a sottoporsi al test, sia in termini di disponibilità, in caso di esito positivo, a fornire tutti i nominativi delle persone con cui si è entrati in contatto.

L’indagine è stata realizzata dall’ASTAT in collaborazione con il Servizio psicologico dell’Ospedale di Bressanone, l’Istituto di medicina generale della scuola Claudiana e l’Assessorato alla salute. È stato effettuato tenendo conto del fatto  che il tasso di infezione della pandemia dipende non solo dalle caratteristiche del virus, ma soprattutto dai modelli comportamentali della popolazione. Il questionario è stato redatto dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

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