Politica
Covid, Verdi: “A rischio la mobilità nella fase 2 con i mezzi pubblici. Ripensare il sistema”
Il 22 aprile è la giornata mondiale della Terra.
Un giorno per ricordarci che abbiamo un solo pianeta e che non esiste alcun piano B. Tutela del clima e mobilità sostenibile vanno a braccetto.
“In queste settimane di emergenza – dicono i Verdi dell’Alto Adige – l’uso dei mezzi di trasporto, sia pubblici che privati, è calato drasticamente. Ma ora che si va verso la seconda fase, anche sulle strade sudtirolesi sta tornando il traffico.
Il rischio è che le misure di sicurezza ci riportino all’uso compulsivo dell’auto privata e a non fidarci più dei mezzi pubblici. Questo meccanismo va evitato in tutti i modi. Anni di investimenti e politiche per una mobilità più sostenibile non possono essere resi vani.
Per questo, nella prossima seduta di Consiglio provinciale, chiederemo alla Giunta di avviare al più presto l’organizzazione della mobilità pubblica per garantire la sicurezza delle cittadine e dei cittadini.
Bisogna provvedere a un aumento del numero di mezzi nel trasporto pubblico, sostenere anche finanziariamente la mobilità alternativa (bici, auto elettriche…). Ci vuole un ripensamento delle tariffe. E su tutto questo un’informazione tempestiva e ben comprensibile.
Continuano i Verdi: “Pertanto, il consiglio provinciale deve incaricare la giunta di comunicare direttamente alla popolazione come è organizzata la mobilità pubblica nella fase 2.
Sensibilizzare il pubblico sul fatto che si possono rispettare le norme di salute e sicurezza nel trasporto pubblico.
Dare ai cittadini la garanzia che saranno forniti mezzi di trasporto sufficienti nonostante le norme sulla distanza.
Promuovere in particolare la mobilità a piedi, in bicicletta e bicicletta elettrica e valutare se l’acquisto di biciclette elettriche debba essere promosso in modo specifico in questa fase.
Per spingere la modalità home office anche dopo la crisi di Corona. Se tutte le persone che ora lavorano in ufficio continuassero a farlo a casa anche solo per un giorno alla settimana dopo la crisi, a lungo termine ci sarebbe meno traffico di pendolari.
Ripensare la politica di contrattazione collettiva e favorire i pendolari (possibilmente per un periodo di tempo limitato)”.
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