Politica
Democrazia sospesa, solo due minuti di confronto con Kompatscher, Urzì: “Così non va”
“Non c’è più tempo per aspettare: siamo inondati di richieste di piccoli imprenditori che chiedono dove trovare i soldi per pagare gli stipendi, di cittadini che non hanno i denari per pagare gli affitti, di mutui sospesi sulla testa di famiglie ed aziende.
Tutto questo rischia di fare un danno ancora più grande del coronavirus perché se chiuderanno in uno o due mesi imprese e studi professionali, artigiani o commercianti, se andranno in default tante famiglie morirà una generazione intera e a pagarne il prezzo saranno quelli che verranno fra coloro che sopravvivranno. Una strage sociale tanto grave come quella sanitaria“.
Questo è il tema che il consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia L’Alto Adige nel cuore, Alessandro Urzì, ha portato alla riunione di capigruppo in una videoconferenza convocata oggi dopo una lunga sospensione della democrazia anche in Alto Adige.
“Sono rimasto deluso – dice Urzì – . Sull’impegno a prevedere un metodo reale di condivisione per ascoltare quello che come forze politiche di minoranza raccogliamo sul territorio ho sentito dichiarazioni generiche: ‘Invieremo le nostre delibere ed ordinanze per prenderne visione’ ha annunciato il presidente Kompatscher. Democrazia sospesa.
Di fatto oggi ciascun gruppo ha avuto solo due minuti per esporre a distanza le sue richieste. Il nostro gruppo di Fratelli d’Italia L’Alto Adige nel cuore aveva trenta richieste da avanzare e la riunione è stata totalmente inutile su un piano pratico.
Le richieste (impossibile riassumerle in due minuti) sono state convertite in un documento inviato per mail alla Presidenza della Provincia. Ma zero confronto, solo una generica chiacchierata di cortesia.
Mentre invece sono attese risposte rapide a problemi concreti. In Trentino non hanno avuto problemi a convocare il Consiglio e ad approvare leggi d’urgenza. Qui il potere rimarrà nella prima fase in mano alla Presidenza della giunta. Con il rischio di vedere duplicare le ordinanze sbagliate sui non residenti”.
Intanto per la Provincia la sfida al Coronavirus si accompagna con quella istituzionale a potenziare gli strumenti di autogoverno: “Vogliamo che lo Stato ci autorizzi a emettere bond permettendoci di indebitarci per avere liquidità – ha chiarito il Presidente – . Solo diversa distribuzione delle nostre risorse nei diversi capitoli di bilancio. Di altro non si deciderà senza esserci consultati“.
“Già da subito comunque la Provincia ha spostato tutti i termini dei pagamenti alla pubblica amministrazione, ha disposto gli immediati pagamenti sospesi, chiede alle banche di potere garantire sino all’80% dei mutui che aziende e cittadini potranno ottenere a tassi agevolatissimi per fare fronte alle esigenze, chiederà il blocco di tasse ed imposte comunali sino a fine anno.
Ma manca un vademecum chiaro, una informazione univoca, ho reclamato. Ma poi i miei due minuti erano terminati. Così non va“, conclude Urzì.
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